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BELLA, COLPITA DA UN’ENORME MASSA D’ERNIA ADDOMINALE, RITORNA ALLA SUA VITA DI “CANE DI QUARTIERE”
GRAZIE ALL’INTERVENTO DEI VOLONTARI OIPA DI COSENZA

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17/4/14

Segnalata per una voluminosa massa d’ernia fuoriuscita a livello addominale, Bella, un’anziana randagina del comune di Rogliano, in provincia di Cosenza, è stata soccorsa dai volontari OIPA. In assenza d’interventi da parte delle istituzioni preposte, più volte sollecitate, la sezione OIPA di Cosenza ha deciso d’intervenire per offrirle un futuro migliore.

Diffidente come molti randagi, Bella non si lasciava accarezzare né avvicinare da nessuno, tanto che per catturarla i volontari hanno dovuto richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco. Operata d’urgenza, Bella viene anche sterilizzata e trascorre la lunga degenza post operatoria presso un rifugio privato a spese dei volontari e dei soci di sezione.
Dopo più di un mese di cure, Bella viene reimmessa sul territorio e ritorna alla sua vita di “cane di quartiere”. La diffidenza che mostrava nei confronti dell’uomo avrebbe reso difficile un’adozione in famiglia e, vista la sua sete di libertà, per Bella sarebbe stata una costrizione insopportabile. Così la sezione OIPA di Cosenza ha preferito lasciarla nuovamente libera nel suo ambiente.

Giulia, una volontaria a lei molto affezionata, è diventata la sua tutor: sarà lei a seguire le sue orme assieme a quelle dell’“amichetto” biondo con cui Bella si è incamminata non appena liberata. Al momento del saluto con i volontari che l’hanno seguita durante tutto il percorso di guarigione, Bella si è lasciata accarezzare, quasi a voler esprimere la sua gratitudine, dando segno di aver acquisto tramite questa esperienza una maggiore fiducia nell’essere umano.
Ricordiamo che la figura del “cane di quartiere” è riconosciuta da molte leggi regionali e regolamenti comunali, soprattutto nel centro-sud Italia, dove questo provvedimento ha lo scopo di regolamentare la presenza di un elevato numero di cani randagi che, diversamente, rischierebbero di trascorrere tutta vita nel freddo box di un canile, senza speranza di trovare un’adozione.

Accertata da parte dell’ASL la mancanza di pericolosità per la sicurezza dell’uomo e di altri animali, la legge riconosce “al cane il diritto di essere animale libero” definendolo “cane di quartiere”. Sterilizzato e microchippato a spese del Comune, il cane dovrà portare un segno di riconoscimento, come un collare con targhetta, è sarà monitorato da un’associazione animalista o da un privato volontario che si assume l’incarico di gestire l’animale, provvedendo a fornirgli cibo e cure.
Invitiamo quindi tutti i cittadini e i volontari attivi su un territorio a segnalare al Sindaco del proprio Comune la presenza di cani di quartiere, in modo tale che siano non solo monitorati e curati, ma anche tutelati ai sensi della legge, e quindi sterilizzati, vaccinati e microchippati a carico del Comune.





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