9/7/14
A seguito delle costanti pressioni effettuate dalla sezione OIPA di Brescia, che nell’aprile scorso ha consegnato all’ex sindaco di Capriolo oltre 2000 firme contro l’apertura di un allevamento di visoni destinati a diventare pellicce, alcuni consiglieri comunali hanno presentato una mozione contro l’apertura dell’allevamento.
Il Consiglio Comunale che si è riunito ieri sera, in contemporanea ad un presidio organizzato fuori dagli uffici comunali organizzato dall’OIPA Brescia e dal Comitato Montichiari contro Green Hill con la partecipazione di ENPA, LAV, Animal Amnesty, Diritto alla Vita , ha visto la votazione favorevole all’unanimità per il punto 10 dell’ordine del giorno, ovvero “Atto di indirizzo per variante al piano di governo del territorio avente ad oggetto la cancellazione dallo stesso della possibilità di insediamento di allevamenti di animali da pelliccia su tutto il territorio comunale”.
Tutti favorevoli anche alla mozione presentata dal consigliere di minoranza Amedeo Lunardi volta a rafforzare la politica del Comune in tal senso, che chiede nello specifico l’impegno della giunta comunale e del Sindaco di trasmettere ai presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati la richiesta del Consiglio Comunale a favore dell'approvazione della Proposta di Legge C288 e del Disegno di Legge S62 in materia di "divieto di allevare, catturare e uccidere animali per la produzione di pellicce" in Italia, oltre che una dichiarazione di non gradimento dell'attività di allevamento ed uccisione di animali da pelliccia sul territorio del Comune di Capriolo con conseguente diniego a richieste in tal senso.
“Siamo soddisfatti del risultato, frutto dell’impegno di moltissimi volontari che negli ultimi mesi hanno condotto una lotta senza quartiere raccogliendo firme, organizzando manifestazioni di protesta e facendo pressione sull’amministrazione comunale – spiega Simona Duci, delegata OIPA di Brescia – Non abbasseremo tuttavia la guardia perché la modifica della variante del piano di governo del territorio non mette al riparo da eventuali ricorsi. La volontà dei cittadini e dell’amministrazione comunale di Capriolo è però chiara: non vogliamo anacronistici centri di tortura per animali”. |