Il commercio dei derivati

Oltre al commercio di animali vivi, esiste anche un fiorente commercio di prodotti ricavati da parti anatomiche come la pelle, gli artigli, le corna, le zanne, parti di organi interni (estratti ghiandolari) e altro ancora. Pettini, monili, gioielli, ricavati dal guscio di tartarughe, o dal dente del narvalo, pelli di zebra e leopardo, denti di squalo, conchiglie, stelle di mare e cavallucci marini, oggetti in avorio, sono solo alcuni fra i tanti esempi di depredazione del mondo animale.

Dal momento che, ciò che interessa non è l’animale vivo, ma solo una parte di esso, i metodi di cattura e di uccisione sono particolarmente cruenti. Si tratta di bracconieri privi di scrupoli che devono agire nel minor tempo possibile e non sempre possono permettersi di attendere che l’animale sia morto prima di depredarlo della pelle o delle zanne.

Dal momento che, ciò che interessa non è l’animale vivo, ma solo una parte di esso, i metodi di cattura e di uccisione sono particolarmente cruenti. Si tratta di bracconieri privi di scrupoli che devono agire nel minor tempo possibile e non sempre possono permettersi di attendere che l’animale sia morto prima di depredarlo della pelle o delle zanne.
Dagli ultimi dati del KWS (Kenya Wildlife Service) risulta che il livello di bracconaggio locale sta crescendo a un ritmo del 5% annuo.

I prodotti ricavati da specie protette (leopardo, ocelot, coccodrillo, tartaruga, elefante, rinoceronte) non possono essere importati legalmente, a meno che ne sia comprovata la provenienza da allevamenti autorizzati.

La vanità umana è tale che a volte per soddisfare la propria bramosia di “oggetti unici ed esotici” arriva ad acquistare, come soprammobile, mani o teste di scimmia essiccate.