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Bum era un randagione come tanti a Marsala (TP), dove, come nella maggior parte dei comuni siciliani, il randagismo è una piaga alimentata da mancate campagne di sterilizzazione e dall’assenza di un intervento incisivo da parte dell’amministrazione comunale. Per lui la vita sulla strada era però resa ancora più difficile dal fatto che è completamente cieco, probabilmente per un trauma subito. Il suo girovagare incerto l’ha portato sulla strada della delegata OIPA di Marsala che l’ha tolto dalla strada e l’ha ricoverato in un terreno insieme ad altri randagi salvati. Bum impiega molto tempo a fidarsi, è schivo e diffidente, fino a quel momento non ha mai avuto un porto sicuro nel quale rifugiarsi e un punto di riferimento sul quale contare. Quando apre il suo cuore, tuttavia, Bum si affida totalmente e cerca una guida nel suo mondo fatto di buio.
Da qui prende il via la nuova ambiziosa sfida culturale dell’OIPA: “Progetto Bum: un viaggio nella diversità”, volto a comunicare che la diversità è un valore, non un limite, anche negli animali. Bum, dopo essere arrivato a Milano, è ora seguito da Luca Scanavacca, istruttore cinofilo e formatore in ambito zooantropologico, uno dei massimi esperti nell’educazione dei cani con disabilità visive e uditive, autore del libro “Semplicemente sordo”, che lo guiderà in un percorso volto a dargli gli strumenti per avere consapevolezza del proprio corpo e affrontare il mondo con sicurezza. Obiettivo del progetto è mostrare che un cane non vedente o non udente comunica esattamente come un cane normodotato, solo è necessario modificare il nostro canale di comunicazione e sintonizzarci sulla sua lunghezza d’onda, liberandosi da pregiudizi e false credenze.

“Ciò che facciamo come associazione “Semplicemente Sordo” quando lavoriamo con questi cani è fornirgli gli strumenti adeguati per poter scegliere come vivere in comunità. Cominciamo con attività che mettono il soggetto in condizione di comprendere i propri limiti e di valorizzare i punti di forza. Siamo consapevoli che in previsione di un’adozione Bum ha bisogno di insegnare ai suoi futuri proprietari come farsi capire e lui come comprendere le loro intenzioni, questo per evitare tensioni e conflitti – spiega Luca Scanavacca – Trovo sicuramente più semplice aiutare il cane ad estendere il suo repertorio comunicativo che far cadere certi retaggi culturali e false convinzioni che noi umani abbiamo nei confronti dell’handicap. Nel percorso che stiamo facendo insieme Bum imparerà a comprendere le sue vere dimensioni, come se messo davanti ad uno specchio potesse con lo sguardo esplorarsi in tutto se stesso. Solo successivamente costruiremo un codice verbale e chimico, un’insieme di suoni e odori che gli permetteranno di orientarsi e farsi guidare nel contesto urbano. Infine torneremo a donargli gli aspetti più romantici e piacevoli della sua vita da cane, la libertà e l’interazione con gruppi misti di cani e persone. Molto lavoro per pochi obiettivi ben definiti.
In ultimo, grazie all’OIPA e al loro grande sforzo mediatico di sensibilizzazione ci divertiremo insieme a scegliergli una nuova famiglia ed una nuova vita. Quello che facciamo con questi cani ci dà la possibilità di vivere appieno la nostra vita, regalandoci, a livello sensoriale, esperienze di un’intensità unica. Il sapere che associazioni come l’OIPA ci richiedono per il reinserimento di cani diversamente abili ci rende orgogliosi di esserci arruolati in un esercito di soggetti silenziosi che danno ad ognuno un momento di riflessione per provare a vedere il mondo con occhi diversi”.