devisPrende il via oggi il progetto “Storia di Devis: un cane unico, come tanti”, un progetto dell’OIPA e del dog trainer Simone Dalla Valle, in collaborazione con Animal’s Angels Novi onlus.

La storia di Devis è la storia di tutti i cani.

Ritrovato da cucciolo in un canale di scolo, salvato e affidato senza troppe domande né verifiche a una persona lontana centinaia di chilometri (così funzionano troppo spesso le adozioni online), perché i randagi in alcune regioni d’Italia sono tanti, troppi. Devis potrebbe essere uno dei fortunati, non è morto di stenti sulla strada, ha avuto una casa e una famiglia. Ma qualcosa va storto. All’interno delle turbolente vicende familiari Devis diventa ben presto un problema, un pacco da spostare da una città all’altra, da una casa all’altra, senza dargli il tempo di capire e di metabolizzare quei cambiamenti e quei piccoli grandi traumi che non sono certo a misura di cane.
Devis ha paura, ma chi avrebbe dovuto stargli accanto, capirlo, amarlo e aiutarlo, non lo fa e lui è sempre più spesso solo. Inizia a credere che le persone non siano degne di fiducia e abbaia al mondo la sua infelicità. Nessuno si preoccupa di capire perché e Devis viene etichettato come cane problematico, difficile, aggressivo, distruttivo: un peso di cui disfarsi. Soprattutto dopo che Devis, incompreso nel suo malessere, arriva a mordere 5 persone.

“Ennesima dimostrazione di come un’adozione sbagliata possa avere degli esiti molto negativi, e di come le ripercussioni a lungo termine ricadano poi sulla società tutta e non solo sul cane e i suoi adottanti.” commenta S. Dalla Valle

L’OIPA ha deciso di scrivere un finale diverso per questa storia. Devis diventerà il simbolo di tutti i cani che sono dati in adozione da persone irresponsabili a persone altrettanti irresponsabili che li rovinano con una gestione superficiale per poi condannarli a finire i propri giorni nel box di un canile. Quello che faremo è prendere Devis per la zampa e accompagnarlo verso la serenità, per dimostrare che quando entra in gioco il circolo virtuoso della collaborazione tra cittadini, associazioni e professionisti della cinofilia, i cani possono davvero essere salvati, in tutti i sensi in cui si può salvare un animale. Non solo quindi dalle catene o dalla fame, ma anche da un maltrattamento invisibile e crudele: quello psicologico.

Il percorso che porterà Devis a recuperare la fiducia nelle persone sarà tracciato da Simone Dalla Valle, uno dei più affermati dog trainer italiani che da dieci anni lavora nei canili per il recupero dei cani con problemi comportamentali. L’obiettivo è mostrare come un cane, se rispettato e approcciato con l’umiltà di chi lo vuole conoscere e non comandare, possa sbocciare e regalare quella gioia che chi condivide la vita con un cane ben conosce.

Da oggi mostreremo quindi l’evoluzione di questa storia fornendo aggiornamenti costanti sui progressi di Devis, dall’abbandono, alla paura e le aggressioni, fino alla rinascita e, ci auguriamo, all’adozione. Imparerete a guardare un cane con occhi diversi, a vederlo smarrito, ma anche a emozionarvi e a gioire con noi per i suoi progressi e i passi che percorrerà verso la felicità.
Non vi stiamo quindi invitando ad adottare Devis ora, ma a seguire la sua storia, per poi venire a conoscerlo quando sarà pronto.

Iniziamo quindi condividendo con voi il primo video che mostra il primo incontro tra Simone e Devis durante la consulenza con l’ex proprietaria che ha deciso di non collaborare alla rieducazione del cane e di lasciarlo in un canile. E’ facile intuire lo stato di profondo stress in cui si trova Devis, che cerca per più volte di aggredire Simone. L’analisi del cane ha permesso al dog trainer di acquisire elementi preziosi per poi impostare il lavoro una volta che Devis si troverà nel canile di Tortona, gestito da Animals Angels, che lo ospiterà per tutta la durata del percorso.

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Approfondimento al video:

“Quando ho visto Devis per la prima volta il suo livello di stress e smarrimento era palpabile.
É uscito di casa abbaiando senza che vi fossero stimoli scatenanti (io sono rimasto in auto), col pelo ritto su tutta la schiena, in iperventilazione e muovendosi in maniera fortemente scomposta.
L’utilizzo della museruola a fascia e del collare a strozzo, attraverso il quale riceveva continui strattoni la maggior parte delle volte che si fermava ad annusare o cercava di raggiungere qualcosa, non lo aiutavano a rilassarsi e dopo pochi minuti di passeggiata Devis stava già sbavando e ha la lingua di fuori. A quel punto il suo disagio nei confronti di ciò che lo circondava, compreso il sottoscritto, è esploso e, se fino a qualche attimo prima la sua strategia consisteva nell’abbaiare e cercare di allontanarsi, improvvisamente decideva di aggredire. Secondo la proprietaria questo atteggiamento è subentrato improvvisamente, ma ormai rappresenta la sua strategia preferenziale quando incontra qualcuno e altri cani, tanto che in pochi mesi Devis era già arrivato a mordere 5 persone, l’ultima in maniera più grave durante il classico incontro sulle scale di casa.

In realtà durante la consulenza emerge una realtà del tutto diversa: sin da quando aveva circa 6 mesi, Devis ha da sempre mostrato segni di insicurezza nei confronti delle persone. Ma se all’esterno le sue paure si manifestavano con posture di insicurezza, all’interno delle mura di casa cominciavano ad assumere i toni di una sequenza aggressiva caratterizzata da abbaio e posture più sicure. Questi segnali non sono stati compresi né tantomeno affrontati dalla proprietaria, convinta fossero espressione di una spiccata territorialità. Se a questo si aggiunge che Devis, a causa del lavoro su turni della proprietaria, svolgeva solo due o tre passeggiate al giorno della durata massima di 20 minuti, durante le quali indossava un collare a strangolo e non veniva mai lasciato libero né impegnato in attività di alcun tipo, se non quella di abbaiare e tirare come un forsennato, è facile capire come si stesse preparando un mix esplosivo.

Nel giro di pochi mesi Devis si era infatti convinto che quanto fatto fino a quel momento non fosse sufficiente per mantenere le distanze da ciò che non conosceva e, di conseguenza, temeva così tanto. Così, in seguito ad una giornata particolarmente stressante (lungo viaggio in auto a cui non era abituato, arrivo in una nuova casa all’interno della quale incontrava persone sconosciute in uno spazio ristretto) sferra il primo morso, fortunatamente senza esiti evidenti. A detta della proprietaria. ne seguono quattro e nel frattempo si aggiungono altri problemi quali incapacità di rimanere a casa da solo, deiezioni inappropriate, distruttività e abbaio eccessivo.

Durante la passeggiata in cui ho incontrato Devis, il cane ha manifestato costantemente un alto livello di stress, insicurezza e reattività verso ciò che lo circonda. Un cane con queste caratteristiche, nonostante possa apparire “solo spaventato”, è del tutto normale che arrivi a mordere una persona o un suo simile, soprattutto se messo alle strette da una mancata comprensione da parte di chi si dovrebbe prendere cura di lui e da una gestione del guinzaglio del tutto sbagliata. Ancora una volta, quindi, non posso che constatare non solo l’inutilità, ma anche gli enormi danni psico-fisici che causa l’utilizzo del collare a strozzo. Purtroppo le strategie offensive (abbaiare, ringhiare, aggredire…) hanno spesso esiti più convincenti rispetto a quelle evitative (immobilizzarsi, tirarsi indietro…) e per questo se le insicurezze del cane non vengono affrontate correttamente succede non di rado che il cane “improvvisamente” tenti di mordere e si abitui a farlo.
Ciò nonostante Devis ha tentato più volte di comunicare attraverso posture, movimenti e segnali calmanti non l’intenzione di aggredirmi, quanto quella di voler fuggire dalla situazione in cui si trovava. Questi comportamenti sono per me spiragli importantissimi attraverso i quali spero di riuscire a entrare in comunicazione con lui per aiutarlo a superare non solo questo momento, ma anche le difficoltà che lo hanno portato al suo malessere fino alla scelta di aggredire delle persone.

Il primo lavoro sarà quindi quello di rendergli il meno stressante e traumatico possibile l’arrivo nel canile di Tortona, gestito da Animals Angels, nel quale inizieremo un percorso di rieducazione basato esclusivamente su metodi rispettosi del suo benessere e del suo essere cane.

Qualcuno di famoso gli avrebbe dato qualche strattoncino un po’ più deciso e magari qualche calcetto nei fianchi, qualche suo emulo invece gli avrebbe fatto indossare una museruola e lo avrebbe tenuto vicino a sé finchè non avesse smesso di attaccarlo, la proprietaria lo avrebbe semplicemente abbandonato in un canile.

Noi vogliamo tentare un’altra strada, sicuramente meno “spettacolare e adrenalinica”, ma certamente più gratificante non solo per noi, ma speriamo anche per Devis e per tutti gli altri cani che, grazie all’impegno di chi la pensa e agisce come faremo noi, potranno seguire un percorso simile. Un percorso durante il quale non sarà importante solo il mio lavoro, ma anche e soprattutto l’aiuto di tutte le altre figure coinvolte: l’OIPA che ha avviato e coordinato il progetto, Animal’s Angels Novi onlus che grazie al suo personale se ne prenderà cura ogni giorno e soprattutto di Devis che vuole tornare a fidarsi di noi e del mondo che lo circonda.

Anche se, non ve lo nascondiamo, il nostro sogno sarebbe che tutto quello che è accaduto non sia più la quotidianità, ma solo il ricordo di una cinofilia che con l’amore per i cani non ha nulla a che fare.”

Simone Dalla Valle