Anche la Norvegia ha bandito gli allevamenti di animali da pelliccia: il Governo norvegese ha infatti previsto un piano di graduale smantellamento dei circa 340 allevamenti che, entro il 2025, chiuderanno i battenti. Una ottima notizia, quindi, per i circa 700 mila visoni e le 110 mila volpi che, annualmente, vengono fatti nascere, sfruttati, uccisi ed infine, privati delle loro pellicce per la creazione dei capi di vestiario.

Questa è un’importante vittoria, simbolo di un’Europa che delle pellicce vuole disfarsene, considerato il fatto che è proprio uno dei paesi scandinavi, da sempre simbolo di questa crudele industria, ad aver preso questa decisione. Un altro Stato in Europa che si dichiara contrario allo sfruttamento ed alla strage di animali allevati per vestire chi, di pellicce, non ne ha né bisogno né, tanto meno, diritto. Un altro stato che riconosce la futilità che si nasconde sotto una atrocità quali l’allevamento e l’uccisione, spesso per asfissia tramite il gas, di vite innocenti…in poche parole, un altro Stato “contro pelo”.

Già nel lontano 2000, circa 18 anni fa, il Regno Unito legiferava per il bando degli allevamenti da pelliccia; da allora tantissimi altri paesi hanno fatto questa scelta: dall’Austria alla Croazia, e poi Bosnia Erzegovina, Serbia, Macedonia, Slovenia e Repubblica Ceca. Un caso simbolo è quella dell’Olanda, uno dei paesi leader di questa industria, secondo paese in Europa per l’allevamento dei visoni, che nel 2012, grazie alle pressioni delle associazioni per la difesa degli animali e della nuova sensibilità dei consumatori ha elaborato un piano di smantellamento che si concluderà nel 2024.

In altri paesi, abbiamo invece dei bandi parziali. Svezia e Danimarca hanno bandito gli allevamenti di volpi, mentre in Ungheria è vietato l’allevamenti di volpi, visoni e cani-procione. La Germania ha invece votato un regolamento molto restrittivo a riguardo, che metterà fine a questi allevamenti mentre la Svizzera ha reso impossibile aprirli e la Spagna di aprirne di nuovi.

Una lunga lista di paesi nei quali, purtroppo, l’Italia ancora non compare. E questo nonostante le numerose alternative che il mercato, sempre più sensibile all’argomento, offre: grandi firme della moda internazionale hanno deciso di adottare un catalogo privo di pellicce animali, ultimo dei quali Gucci, che si unisce alla lista di grandi stilisti quali Armani e Hugo Boss.

Ancora oggi nel nostro paese circa 160 mila visoni sono costretti a vivere in gabbie minuscole, contrariamente ad ogni loro bisogno etologico, soffrendo ogni giorno per colpa di chi, il pelo, glielo vuole strappare per metterselo addosso, ancora grondante di sangue.