INTERVENTO OIPA CATANIA ALLA CONFERENZA "CATANIA 2010:
UNA CITTA' DA CANI O UNA CITTA' PER I CANI?"


La legge quadro nr. 281 è datata 1991.La legge regionale Sicilia nr.15 è datata 2001.
Cosa si è fatto in questi ultimi 20 anni?O meglio ancora,cosa non si è fatto in generale in Italia ed in particolare a Catania?
Possiamo affermare che esiste una ben radicata coscienza animalista?La pratica deplorevole dello sterminio di massa di cani e gatti ,considerati come presenze moleste,testimonia che siamo ben lungi dal possederla.
Possiamo sostenere che le istituzioni siano adempienti agli obblighi di legge?Se così fosse non staremmo oggi qui a discutere se Catania è una città da cani o per i cani.
Quanto vale la vita di un cane?La vita di un cane equivale alla diaria corrisposta dalle istituzioni per il suo mantenimento presso le strutture private convenzionate.
I cani rinchiusi dentro i box dei canili sono prigionieri condannati all'ergastolo.Il canile dovrebbe rappresentare una tappa transitoria nella vita di un cane prelevato sul territorio,randagio,perso o abbandonato che sia.Invece,varcatane la soglia,questi animali sembrano essere destinati a rimanervi per sempre.Vivono,invecchiano e forse muoiono lì dentro.O forse no.Dimenticati da tutti e nel silenzio generale.Nell’Italia dove i cattolici gridano allo scandalo se la Corte Europea impone di togliere dalle aule il crocifisso,in questa stessa Italia cattolica è morta la compassione.Forse che la compassione sia una questione di specie?Gli animalisti non credono all’ imbroglio specista .L’abbandono ed il maltrattamento,la sperimentazione cosiddetta scientifica che mutila ed uccide,l’industria della pellicceria serva della vanità,l’allevamento in batteria ed i mattatoi sono figlie dell’antropocentrismo e null’altro.La denuncia è la chiave di volta per abbattere il muro del silenzio colpevole , delle incongruenze e delle connivenze.Ebbene,noi oggi a Catania denunciamo le incongruenze del sistema e pretendiamo di sapere perché e nell’interesse di chi i canili presenti sul nostro territorio restino zona off limits per le associazioni animaliste .Oggi denunciamo lo stato di abbandono e di malgoverno in cui versano centinaia di cani che interessi privati considerano come la gallina dalle uova d’oro.I canili vengono finanziati con soldi pubblici:al di là delle questioni etiche e morali,le convenzioni con i canili rappresentano per le amministrazioni locali un onere non indifferente. Questa non è soltanto una faccenda di animali e di volontari che non hanno altro a cui pensare. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che si tratta di soldi, spesso pubblici, sperperati mentre una moltitudine di cani vivono in condizioni di disagio.In nome di cosa?Nell’interesse di chi?Degli animali,no di certo. Bisogna capire che questa battaglia ideologica è,sì,una questione morale ma anche legale.Catania deve dotarsi di strutture comunali ,deve ricusare il giogo impostole dai gestori privati,deve consentire alle associazioni animaliste di favorire le adozioni e di provvedere al benessere degli animali ospiti delle strutture-rifugio.A Catania deve essere finalmente applicata la legge .
Non dimentichiamoci,però ,che il randagismo è un fenomeno che riguarda non solo i cani ma anche i gatti.
Se la legge 281 ha rappresentato un baluardo per la tutela dei diritti degli animali da affezione,è anche vero che nel contempo ha prodotto una discriminazione tra gli stessi .I dimenticati,per l’appunto,sono i felini.
La legge regionale 15 ha ,almeno in parte ,supplito a questa carenza introducendo norme specifiche che prevedono l’esistenza di rifugi sanitari pubblici atti sia al ricovero dei cani che dei gatti.Ma le norme,purtroppo,sono rimaste lettera morta anche in questo caso.
Oltre alle sterilizzazioni a cui la ASL competente per territorio provvede e al riconoscimento delle colonie nessun altro intervento è previsto per la salvaguardia e la tutela dei gatti liberi.Eppure questi animali si ammalano,restano vittime di incidenti,si smarriscono,vengono abbandonati.Non esistono gattili comunali. Certo è che se i gattili esistessero e fossero come i canili,forse il male minore è che non ce ne siano.Ebbene,la nostra associazione ha sposato la causa dei tanto bistrattati felini .In primis abbiamo lavorato alla stesura di un regolamento integrativo a tutela della benemerita attività dei gattari e che prevede l’intervento della ASL per il recupero,la cura e la degenza dei gatti liberi malati o traumatizzati in strutture appositamente attrezzate.
In seconda istanza,è fondamentale che i liberi cittadini che accudiscono le colonie richiedano il formale riconoscimento delle stesse e si attivino per la sterilizzazioni.Il controllo delle nascite è la sola e concreta soluzione per arginare il randagismo tra i gatti liberi. Per concludere,la realizzazione di una struttura destinata all’accoglienza di gatti abbandonati o impossibilitati a vivere liberi sul territorio rappresenterebbe per la nostra città il raggiungimento di un traguardo di civiltà inusitato.Per questo chiediamo alle istituzioni uno sforzo comune in tal senso:esistono aree inutilizzate e locali che,adeguatamente riadattati ,potrebbero ospitare i gatti in difficoltà.Le associazioni gattofile non aspettano altro che di poter affiancare l’amministrazione nella realizzazione di questo progetto. E ci auguriamo che ,almeno in questo caso,le leggi vigenti possano trovare effettivamente applicazione.Grazie a tutti.

Tiziana Genovese
Delegata OIPA Catania