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VICENDA SIMONSEN: LA LIMAV ESPRIME SOLIDARIETA’
PER GLI ATTACCHI RICEVUTI, MA CONDANNA
LA STRUMENTALIZZAZIONE DEL CASO

2/1/14

A seguito della eco mediatica suscitata dagli attacchi online ricevuti da Caterina Simonsen, studentessa di medicina veterinaria affetta da quattro malattie genetiche, per le sue dichiarazioni a favore della sperimentazione animale, la LIMAV (Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione) esprime solidarietà alla studentessa e condanna i toni violenti presi dalla discussione. L’associazione, formata da medici, biologi, veterinari e scienziati, è infatti da sempre promotrice di un dibattito educato e civile sul tema, condanna pertanto ogni forma di inciviltà con ancora più forza quando questa è rivolta a coloro che hanno opinioni diverse. Ritiene tuttavia dannoso, ai fini di una crescita costruttiva dello scambio su questo delicato tema, che l’episodio sia strumentalizzato, così come ampiamente fatto nei giorni scorsi dai principali mezzi di informazione.

La LIMAV si unisce quindi alla Professoressa Susanna Penco, biologa e ricercatrice presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università di Genova, nel dire no a strumentalizzazioni di qualsiasi genere:
“Ho appreso del clamore suscitato in rete dalle affermazioni di una studentessa malata, con la quale condivido la sfortuna di non aver avuto la salute in dotazione. Mi sconfortano le parole offensive verso la studentessa, poiché educazione e civiltà sono valori imprescindibili. Tuttavia, contrariamente a lei, troverei umiliante per me stessa farmi fotografare con una flebo attaccata alla vena: pertanto metto in rete una foto in cui appaio sorridente, anche se molto spesso sono tutt’altro che serena o in salute. Detesto le strumentalizzazioni di qualsiasi genere. Siccome sono malata mi informo, e leggo ad esempio che “non ci sono ancora cure per le forme progressive di sclerosi multipla: è un dato di fatto” (Fonte: AISM). Grazie alle mie conoscenze scientifiche – prosegue la specialista – sono persuasa che, anche per le malattie più agghiaccianti, ossia delle quali non si conoscono le cause e che riducono fortemente la qualità della vita, sia proprio la sperimentazione sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati. Se si abbandonasse un metodo fuorviante e ci si concentrasse sull’uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi.”

La dott.ssa Candida Nastrucci, biochimico clinico ed esperta di metodi alternativi sostitutivi alla ricerca su animali, componente del tavolo sulle Alternative al Ministero della Salute, e membro LIMAV, aggiunge che “per quanto riguarda le malattie genetiche, non è possibile determinare quali tipi di terapie avremmo potuto sviluppare usando tessuti o cellule derivati da esseri umani o dallo stesso paziente. L’uso di animali potrebbe anche aver rallentato il progresso della ricerca per trovare cure per malattie umane. Il futuro è la medicina personalizzata, che utilizza le differenze genetiche interindividuali per capire il funzionamento delle malattie umane. Per queste ragioni negli altri Paesi si investe sui metodi alternativi: per esempio, il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti ha finanziato con 6 milioni di dollari un progetto rivoluzionario per la mappatura del toxoma umano, con l’obiettivo di sviluppare test tossicologici per la salute umana e ridurre i test su animali”.
Costatiamo ogni giorno, a partire dalle dichiarazioni di Caterina Simonsen, come in Italia imperi la disinformazione riguardo l’esistenza e lo stato dell’arte di metodi scientifici alternativi e sostitutivi alla sperimentazione animale, la Dr.ssa Nastrucci aggiunge: “i metodi alternativi sostitutivi non vengono insegnati a livello universitario, le loro applicazioni, sviluppo ed uso per i ricercatori, anche nella ricerca di base, non vengono finanziati e quindi non sono disponibili, e spesso neanche conosciuti, agli studenti e ai futuri ricercatori. Gli studenti non vengono informati su cosa è disponibile nella ricerca attuale e quindi sono preda di facili strumentalizzazioni dovute a ignoranza scientifica, disinformazione, mancanza di aggiornamento dei docenti e omissioni nell’informare in maniera imparziale sui danni della sperimentazione animale per la salute degli esseri umani. Alcuni esempi di risorse finanziarie investite per la ricerca sulle alternative sostitutive all’uso di animali che testimoniano l’inversione di rotta all’estero?

  • In Germania è stato sviluppato il Virtual Liver Network, un progetto finanziato con 43 milioni di Euro che durerà 5 anni e che applica la fisiologia virtuale creando una rappresentazione del fegato umano per essere in grado di fornire dati predittivi sulla fisiologia umana e quindi essere usato per sviluppare farmaci o testare la tossicità di nuovi composti ricavando informazioni sull’essere umano e utili a ridurre le spese del sistema sanitario nazionale tedesco.
  • Negli Stati Uniti il Wyss Institute con l’Università di Harvard e il Dipartimento della Difesa hanno dato il via a un progetto da 37 milioni di dollari per aiutare a sviluppare 10 organi ingegnerizzati, tutti uniti in un unico sistema per replicare un “human body on a chip”, che può essere usato rapidamente per valutare le risposte del corpo umano a nuovi farmaci o a potenziali danni chimici.

Gli esempi sono moltissimi perché la ricerca avanza e integra conoscenze acquisite da vari settori della ricerca e li unisce per creare nuovi metodi alternativi alla sperimentazione su animali, è questo a cui dovrebbe aspirare l’essere umano, ovvero a cercare soluzioni sempre migliori usando il progresso della scienza a suo favore; restare ancorati a metodi ottocenteschi e obsoleti ormai superabili puo’ solo fermare il progresso della scienza e la cura dei pazienti”.

Tuttora si sviluppano farmaci e terapie create sul “modello animale” ovvero malattie indotte artificialmente attraverso modifiche genetiche nell’animale usato, oppure “vedendo l’effetto che fa’” la sostanza di studio in animali diversi dagli esseri umani. La LIMAV ritiene che la ricerca medica debba staccarsi dalla sperimentazione animale per poter offrire maggiori opportunità ai pazienti ed una medicina più efficace e sicura per l’essere umano, riteniamo, alla luce di sempre più consistenti evidenze scientifiche e di pubblicazioni internazionali basate su dati scientifici, che il modello animale sia un modello scarsamente predittivo per le malattie umane e quindi debba essere superato. Per esempio, inserire geni umani nel genoma di animali e poi studiarli nell’ospite non rappresenta la complessità del sistema umano e riduce la possibilità di chiarire sistemi multigenici che sono alla base di malattie complesse e specifiche degli esseri umani e quindi investigabili solo con lo studio del genoma umano attraverso campioni umani e non con l’uso di animali. Il metodo di studio che usa animali non è sufficientemente affidabile e sicuro per fornire risposte utili a malattie e patologie umane a cui è necessario rispondere con farmaci adeguati, sicuri e specifici per l’essere umano, che portino a cure efficaci, sicure e durature.

Nella sua dichiarazione Caterina Simonsen chiede che venga specificato quali farmaci sono stati sperimentati sugli animali ma, dal momento che leggi europee e internazionali impongono che i farmaci prima di iniziare un iter di sperimentazione sull’essere umano nei “Trial Clinici” obbligatori vengano sperimentati sugli animali, sarebbe inutile. “Utile invece sarebbe – prosegue la dr.ssa Nastrucci - etichettare i farmaci specificando le specie e il numero di animali usati per sviluppare un farmaco poi immesso sul mercato. La finalità è una verifica del numero di animali usati dall’industria e le specie ma anche identificare le compagnie farmaceutiche con una effettiva policy di riduzione del numero di animali usati, obbiettivo indicato dalle normative europee tra cui la 63/2010/EU.

Nelle prossime settimane il Governo dovrà emanare il Decreto Legislativo che cambierà formalmente la normativa del nostro Paese sulla sperimentazione sugli animali, anche detta vivisezione. Dopo un estenuante "braccio di ferro" per porre dei seri limiti alla sperimentazione sugli animali, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva l’articolo 13 della Legge di delega europea che "restringe" la sperimentazione animale e incentiva l’uso e lo sviluppo dei metodi sostituivi di ricerca. Ci auguriamo quindi che L’Articolo 13 non venga calpestato – al momento su tredici precetti previsti nell’Articolo 13, i Ministri della Salute Lorenzin e degli Affari europei Moavero hanno stravolto o affossato ben dieci punti https://www.oipa.org/italia/2013/notizie/vivisezione.html - e che le energie di tutti siano finalizzate a permettere che una nuova pagina di civiltà sia finalmente scritta e che non venga ignorata la volontà dei milioni di cittadini e dei molti esponenti della comunità scientifica contrari a questa pratica retrograda.

Auguriamo pertanto a Caterina un futuro da ottimo medico veterinario ma con la mente aperta e la volontà e la possibilità di studiare i metodi di ricerca che non usano animali ovvero i metodi alternativi sostitutivi, metodi di ricerca scientifica che potranno portare cure specifiche per le sue malattie genetiche, attraverso anche la medicina personalizzata.


Medici e ricercatori firmatari:

Stefano Cagno (Medico Chirurgo, Psichiatra, Dirigente Medico Ospedaliero, Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, MB)
Candida Nastrucci  (Biochimico Clinico e Biologo Molecolare, Ricercatore e docente, DPhil Università di Oxford, Grant Holder Fondazione Veronesi Università di Tor Vergata Roma, Presidente e fondatore di TheAlternatives.eu)
Susanna Penco (Biologo, Ricercatore e docente, Dipartimento di Medicina sperimentale Università di Genova)
Albarosa Raimondi (Medico, Vice Direttore Sanitario Ospedaliero, Milano)
Federica Nin (Psicologa, Albo degli Psicologi Regione Lombardia)
Gabriella Errico (Medico Ospedaliero, Cardiologo Pediatra)
Ornella Furlani (Psicologa, psicoterapeuta).
Elena Venco (Medico Chirurgo)
Angela Fiore  (Medico Chirurgo, Pediatria, Specialista in Neonatologia, Esperto in ecografia cerebrale neonatale, Pediatra di famiglia, Piove di Sacco, PD)
Tatiana Ieri (Medico palliativista, Psicoterapeuta, Master in Bioetica, Firenze) 
Maurilio Calleri (Medico Veterinario, Sanremo, IM)
Fulvia Cosentino (Infermiera Docente Universitaria Med/45)
Daniele Tedeschi (Biologo, PhD Fisiologia, Dir. Tecnic Vet Labs Italia, Citologo Clinico, membro e fondatore di CeBioFF Centro Biologico Flora e Fauna)
Bruno Fedi (Medico Chirurgo, docente di Urologia, specialista in anatomia patologica, ginecologia, cancerologia, citologia, flebologia, bioetica)
Novella Cappellato (Medico Veterinario Libero Professionista. Ord. Med. Vet. Padova n. 512)
Anna Maria Titon (Cardiologa)
Fabiana Sussich (Laurea in Chimica, dottorato in Chimica Biologica, Corso di specializzazione in  gestione di sistemi di sicurezza).
Marika Fanelli (Medico palliativista, Lilt sez. Varesina)
Alida Rovera (Medico Veterinario, Referee ZD SIUA- Scuola di Interazione Uomo – Animale)
Marcella Barbarino (Biologa, Ricercatore farmaceutico)





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