Oggi 14 giugno è la giornata contro il trasporto di animali vivi. Un’occasione per far sentire la nostra voce e ribadire la crudeltà e la sofferenza causata agli animali da allevamento che vengono trasportati ed esportati in condizioni terribili, non solo all’interno dell’Europa ma anche verso Paesi fuori dall’Unione Europea.

Lo scorso gennaio durante l’incontro della Commissione Agricultura e Pesca, la delegazione portoghese, supportata da Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Romania e Spagna, e seguita poi da altri ministri dell’agricoltura di altri stati membri, per un totale di 15 paesi, si sono opposti alla revisione della regolamentazione sul trasporto di animali, in particolare contro il divieto all’esportazione di animali vivi dall’Europa a Paesi terzi.

Il 94% dei cittadini europei si sono già espressi chiedendo all’Unione Europea di vietare il trasporto di animali vivi e i viaggi a lunga distanza, è quindi ora che i ministri europei diano ascolto ai milioni di cittadini che vogliono fermare la sofferenza degli animali da allevamento.

Oggi chiediamo al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida di schierarsi dalla parte dei propri cittadini e degli animali che soffrono, sostenendo il divieto al trasporto di animali vivi #BanLiveExports

LE CONDIZIONI DI TRASPORTO DEGLI ANIMALI DI ALLEVAMENTO

Si è sempre più consapevoli delle sofferenze e delle condizioni inumane in cui sono costretti a vivere milioni di animali all’interno degli allevamenti e che vengono poi trasportati vivi su navi, camion, aerei per giorni, settimane e addirittura mesi. Questi animali giunti a destinazione, trovano infine una morte terribile nei macelli.

Una vita di sofferenza e dolore visibile già ad un loro sguardo, perché basta vedere i loro occhi pieni di profonda tristezza e di disperata ricerca di aiuto per essere consapevoli delle atrocità subite in una vita per loro così breve e ingiusta.

La data del 14 giugno è stata scelta per non dimenticare la tragedia avvenuta nel 2015 quando, in questo stesso giorno, morirono 13.000 pecore durante un viaggio per loro terribile. Le pecore erano state caricate sulla nave cargo Trust1 in Romania; inizialmente furono portate in Giordania, dove, stando a quanto è stato riferito, oltre 5.000 pecore erano morte per disidratazione, fame e sfinimento. Alla fine la Trust1 salpò di nuovo, tentando, senza successo, di attraccare in numerosi porti nelle due settimane successive. Quando, il 14 giugno, la Trust1 approdò in Somalia, tutte le 13.000 pecore erano ormai morte.

Purtroppo da quella data, i trasporti di animali vivi sono continuati senza sosta e senza mai soffermarsi e riflettere sul dolore e sulla sofferenza degli animali.

E purtroppo anche nel 2021  altri animali hanno trovato la morte: oltre 2.500 vitelli uccisi a seguito del disastro delle navi Karim Allah ed Elbeik, in cui questi bovini sono rimasti intrappolati per più di 2 mesi in mare, così come per le centinaia di migliaia di animali che hanno sofferto durante il blocco del Canale di Suez e per quegli animali che probabilmente stanno ora soffrendo per il blocco al porto di Yantan.

In Italia si è creata una coalizione italiana di associazioni contro il trasporto di animali vivi, che oltre all’OIPA include anche Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law, Animalisti Italiani, CIWF, ENPA, LAC e LAV.

Ricordiamoci che l’esportazione di animali vivi è incompatibile con il principio di base del Trattato europeo di Lisbona, che all’art. 13 prevede che gli animali siano considerati “esseri senzienti”.

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