Più di 100 metri di rete artigianale a maglia finissima nascosta tra i meli, vicini ai nidi dei tordi che, attirati con dei richiami elettronici, finivano tragicamente impigliati, non senza danni fisici, per poi essere reclusi in piccole scatole che comprimevano il loro movimento: colto sul fatto un bracconiere di origini toscane dal Corpo Forestale della provincia di Bolzano a Termeno (BZ) che, anche grazie alla presenza di un complice, era riuscito a catturare ben 46 tordi bottaccio.

Gli esemplari, catturati illegalmente, erano prima inanellati con modalità traumatiche e violente e poi rivenduti come richiami per la caccia: sul mercato nero, il valore di un tordo ha infatti il valore di diverse centinaia di euro. A seguito del sequestro le forze dell’ordine hanno richiesta la presenza dei volontari dell’OIPA di Bolzano, da anni specializzati nel soccorso dell’avifauna locale ferita: quasi tutti gli esemplari sono stati liberati, proprio perché non eccessivamente feriti, tranne uno di loro, che aveva una zampa completamente tumefatta e compromessa, perché tranciata dalla rete troppo stretta. Prestati i primi soccorsi sul luogo, i volontari dell’OIPA hanno condotto d’urgenza il tordo presso una clinica specializzata per la cura dei volatili dove però non è stato possibile salvarlo, a causa della lesione fin troppo grave.

“Il bracconaggio, in particolar modo l’uccellagione, è una terribile piaga che affligge il nostro territorio: sono molti i bracconieri provenienti da diverse regioni d’Italia che posizionano le loro trappole per catturare gli uccelli, poi riusati come richiami vivi – denuncia Claudio Calissoni, delegato OIPA di Bolzano – Nonostante ciò, grazie all’impegno di volontari e attivisti per la difesa dei diritti animali e alla puntuale azione delle forze dell’ordine è sempre più facile individuare i responsabili, cogliendoli anche sul fatto: oltre al sequestro immediato di tutta l’attrezzatura, ricordiamo che per i bracconieri sono previste denunce di stampo penale”.

Per lui è scattata la denuncia non solo per bracconaggio, ma anche per maltrattamento e uccisione di animale: per questa ragione l’OIPA si costituirà parte civile, nell’ottica di perseguire questa battaglia di giustizia contro una pratica illegale e immorale ai danni della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato. Tutto il materiale del bracconiere, dal valore straordinario secondo quanto stimato, è stato posto sotto sequestro, proprio come il capanno agricolo dove gli animali catturati venivano stipati.