Articolo di Isabella Dalla Vecchia 

La farfalla è il simbolo universale della morte e della resurrezione. Questo insetto straordinario nasce bruco per poi trasformarsi in una meravigliosa farfalla, e per questo è simbolo di un essere celeste, dell’anima che abbandona nella polvere un corpo “inferiore”. Un semplice insetto ha saputo unire le religioni nel comune concetto delle tre tappe dell’anima umana: vita (bruco), morte (crisalide) e resurrezione (farfalla). In Nuova Zelanda la farfalla è metafora d’immortalità, in Cina di vita autentica, in Messico rappresenta le anime che, trasportate sulle loro ali, possono vivere la beatitudine. Per la vistosità e il frenetico volo di fiore in fiore è anche stata accostata alla figura della donna frivola, per cui in Giappone e in America Latina diviene rispettivamente geisha e prostituta.
Nella storia, le farfalle sono state rappresentate ovunque, dagli ornamenti di Micene alle vetrate di alcune chiese in Inghilterra. Non è un caso che nella Metamorfosi di Apuleio il nome di Psiche, una donna così bella da fa innamorare Eros, il Dio dell’Amore, significhi proprio “farfalla”.

L’incredibile migrazione della farfalla monarca

L’insetto che la scienza ha definito tra i più misteriosi è la farfalla monarca, che compie per tutta la vita e per varie generazioni un incredibile viaggio di migliaia di chilometri senza mai perdere l’orientamento. La monarca, dopo un’ibernazione invernale sui monti del Messico, in febbraio sverna per raggiungere il Canada compiendo una traversata di quattromila chilometri. E durante il tragitto si accoppia, depone le uova e muore. Successivamente i figli nascono, crescono e continuano il viaggio dei genitori. E così per quattro generazioni fino a raggiungere le terre nordiche, dimostrando una memoria genetica che tutt’oggi lascia senza parole gli scienziati, che non sono ancora riusciti a giustificare un tale comportamento. La vita della farfalla monarca propone dunque il tema della reincarnazione: lei è l’anima che muore, rinasce e continua la missione sulla Terra. Al contrario, l’uomo, dimentico delle vite precedenti, si trova spaesato nel mondo e, privo di orientamento, spesso devia dalla propria strada. Non così la farfalla monarca, che ci rivela come sia possibile continuare la via dei nostri antenati, senza spiegazioni verbali o insegnamenti, ma solo attraverso la memoria genetica. E non è finita qui. Questo piccolo insetto mostra un altro incredibile comportamento: percorre il viaggio di ritorno, dal Canada al Messico, con una solo generazione, cioè quattromila chilometri in una sola vita. Perché questa differenza? Se effettivamente non ha bisogno d’impiegare quattro vite, all’andata, per coprire la distanza di quattromila chilometri, perché lo fa? Sembra quasi mandarci un messaggio, come se la natura desiderasse suggerirci l’idea della reincarnazione.

Una farfalla oscura e misteriosa: la falena

Se di giorno danzano sui prati le colorate farfalle, la notte appartiene alle oscure falene. Nel mito, si è sempre pensato che nelle falene fosse racchiusa l’anima di un uomo. Non in tutte però: si credeva che la falena “testa di morto” fosse invece l’anima di un vampiro nell’unico suo momento di forte vulnerabilità. Lo credevano in Romania, culla di Dracula, dove si tendeva purtroppo a catturarle. Anche la falena porta in sé il simbolo della trasformazione e del cambiamento. La sua entrata in casa si credeva preannunciasse una prossima morte e il suo irresistibile istinto a gettarsi nella luce indicava l’anima di qualcuno che a breve avrebbe seguito lo stesso destino. Si osservava dove si posava con un certo timore. Proprio per questo motivo alcuni popoli del Vecchio Mondo la rispettavano, poiché rappresentava l’ineluttabile fato. Esiste un corrispettivo antropomorfo: secondo la leggenda, un “uomo falena” volerebbe sulle strade degli Stati Uniti. Il primo avvistamento risalirebbe al 1966 in Virginia Occidentale, e ancora oggi qualcuno giura di averlo visto aggirarsi nelle notti più profonde.

La farfalla di luce

Nell’area sacra ligure del Monte Caprione, ogni anno attorno al 21 giugno un raggio di sole, attraversando un foro scolpito in un masso, forma su una pietra una bellissima “farfalla di luce”.
Gli antichi abitanti di queste zone, i liguri celti, celebravano proprio in questo luogo rituali sacri in onore della rigenerazione e della nascita. Ogni anno folle di persone si recano nel bosco sacro per osservare il fenomeno, per contemplare questa meravigliosa figura di luce. Questa volta la natura sembra indicarci il tema della resurrezione dell’anima proprio nel solstizio d’estate, il giorno di massima espressione del sole a partire dal quale del giornate si accorciano. La “farfalla di luce” può essere dunque il simbolo dell’anima illuminata che si trasforma in farfalla e torna lassù, da dove inizialmente è caduta in forma di bruco. Sembra viva, come viva è la luce, l’essenza della nostra luminosa anima. Osserviamo ancora una volta e interpretiamo la natura, poiché attraverso di lei Dio ci parla e può aiutarci a comprendere qualcosa dei segreti dell’Universo.