Dati e fatti sulla vivisezione

Rispondimi, meccanicista, la natura ha dunque combinato in questo animale tutte le molle del sentimento perché non senta? Ha forse dei nervi per essere impassibile? Non supporre questa impertinente contraddizione della natura

Voltaire

Ogni anno nel mondo vengono sottoposti alla vivisezione circa 300 milioni di animali. In Italia sono 1 milione (fonte Gazzetta Ufficiale), anche se il numero di animali potrebbe essere maggiore, dal momento che non sempre viene dichiarato il numero effettivo.

Solo il 30% degli esperimenti riguarda la medicina, compresi gli esperimenti di parabiosi, in cui due o più animali vengono cuciti insieme per formare gemelli siamesi ed altri come quelli compiuti dal trapiantatore di teste di scimmie Robert White. Il restante 70% riguarda esperimenti per testare prodotti cosmetici, industriali (detersivi, saponi, inchiostri, ecc.), bellici (gas tossici, radiazioni nucleari, armi batteriologice, nuovi proiettili, ecc.), per prove psicologiche comportamentali, oppure per qualsiasi altro esperimento che permetta al ricercatore di raggiungere una qualsiasi “cognizione scientifica”.
L’anestesia non viene sempre praticata e spesso dura solo una parte dell’esperimento. Se l’effetto dell’anestetico durasse anche per tutto l’esperimento, l’animale sottoposto soffrirebbe comunque in seguito all’operazione e il dolore si protrarrebbe per molto tempo. In ogni caso la sofferenza per gli animali incomincia già negli tabulari dei laboratori. Infatti solitamente sono tenuti in stanze prive di finestre e alloggiati in gabbie di dimensioni molto ridotte e con grate metalliche sul fondo al fine di facilitarne le pulizie. Non sono rari episodi di automutilazioni come è successo all’Istituto Superiore di Sanità, dove almeno una scimmia è arrivata ad automutilarsi a causa dello stress.

Cos’è che spinge i ricercatori ad utilizzare gli animali negli esperimenti di vivisezione?
Innanzi tutto bisogna dire che gli esperimenti sugli animali rappresentano un facile sistema per fare carriera, attraverso resoconti e pubblicazioni di esperimenti che nei concorsi vengono notevolmente valutati. Di conseguenza queste pubblicazioni porteranno pubblicità e consentiranno ai ricercatori di avvalersi dei sussidi finanziari (denaro pubblico) messi a disposizione dai vari Consigli Nazionali di Ricerca.

L’industria farmaceutica

La vivisezione è purtroppo la forma più comune per le prove di tossicità ed efficacia dei farmaci sebbene questi test, obbligatori per legge, abbiano valore nullo (addirittura fuorviante) nel contesto della sicurezza per l’uomo.
Una delle prove più comuni per verificare il grado di tossicità di un farmaco è quella della LD 50 (Dose Letale 50%). Per ogni prova vengono utilizzati tra i 50 e i 60 animali a cui viene introdotta a forza nello stomaco una sostanza per verificare quanta ne occorre per uccidere la metà degli animali. Questa sostanza può anche essere fatta inalare sotto forma di gas: in questo caso si parla di LC50 (concentrazione letale 50%). Gli animali vengono lasciati soffrire fino a 2 settimane, nel corso delle quali accusano i seguenti effetti: vomito, diarrea, sanguinamento dagli occhi o dalla bocca, spasmi, convulsioni, soffocamento.
Con questo sistema si cerca, basandosi sul peso corporeo, di determinare la dose ottimale sicura per l’uomo.
Gli stessi studi hanno dato prova dell’inutilità di tale esperimento, il quale ha valore nullo, se non addirittura fuorviante, per la sicurezza dell’uomo. Infatti le prove LD 50 dipendono da età, sesso, specie utilizzata (addirittura i risultati cambiano utilizzando diversi ceppi della stessa specie), dieta, stato di salute, stabulazione e temperatura ambientale. Ogni specie animale (compreso l’uomo) reagisce sempre in modo totalmente diverso dalle altre specie.
Questo è un concetto ormai riconosciuto da tutto il mondo scientifico internazionale e che rende impossibile e inutile ogni estrapolazione di dati da una specie animale all’altra.
Lo dimostra la seguente tabella basata su esperimenti di LD50 che non permettono certo di prevedere quale dose potrà essere quella relativa all’uomo viste le diversità nelle specie analizzate:
Formaldeide (LD50)
Animale
Ratto 800 mg/Kg
Cavia 260 mg/Kg
Topo 42 mg/Kg
Queste rappresentano le dosi per ogni Kg di peso corporeo sufficienti ad uccidere il 50% degli animali presi in esame.
Tutto questo poco importa alle ditte farmaceutiche, le quali si servono di tale metodo per ottenere l’autorizzazione a riversare sul mercato moltissimi prodotti, spesso sempre gli stessi, in nuove combinazioni e sotto nomi diversi.
I preparati attualmente in uso sono più di 150.000. Ogni anno 15.000 nuove combinazioni invadono il mercato e 12.000 vengono ritirate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci informa che solo 200 tra farmaci e vaccini possono essere considerati veramente indispensabili.

L’industria cosmetica
La questione dei test su animali per quanto concerne i cosmetici (compresi shampoo, saponi, bagnoschiuma, etc.) e i detergenti in genere è piuttosto complessa. Questi prodotti sono costituiti da numerose sostanze chimiche che vengono mescolate insieme per ottenere il prodotto finito, sostanze spesso fabbricate da ditte diverse da quelle che poi studiano, producono e commercializzano i cosmetici.
Tutte le nuove sostanze chimiche, indipendentemente dall’uso che ne verrà fatto, sono sottoposte ad alcuni test generici su animali, come l’LD50, e in funzione del loro futuro uso vengono in seguito sottoposte ad ulteriori test specifici, come il Draize test per i cosmetici.
La stragrande maggioranza dei prodotti finiti non è testato su animali perché non è obbligatorio per legge e poche ditte vogliono buttare via soldi in prove che sanno benissimo essere prive di rilevanza scientifica.
Fanno eccezione i prodotti di alcune grosse multinazionali, come la Procter & Gamble che dichiarano di testare anche i prodotti finiti per garantire ai consumatori una maggiore sicurezza, mentre in realtà lo fanno solo per avere ulteriori dati di tossicità dei loro prodotti, da utilizzare in eventuali processi intentati dai consumatori.
Nel 1976 è stata definita la Positive List, cioè la lista delle sostanze fino a quel momento considerate sicure. Da quel momento in poi, tutte le nuove sostanze sono state provate, obbligatoriamente per legge, sugli animali, per fornire alle autorità competenti un profilo tossicologico che comprenda test come l’LD50, il Draize Skin test e il Draize Eye test (e molti altri come fototossicità, cancerogenicità, ecc.). Alcuni di essi, come il famigerato Draize test, sono specifici per i cosmetici. Altri, come l’LD50, abbiamo visto che sono usati invece per tutte le sostanze chimiche a prescindere dal loro uso. Tutti questi test comportano sofferenze terribili per gli animali utilizzati, ma le industrie chimiche e cosmetiche non hanno mai mosso un dito per richiedere una modifica delle normative, almeno fino a quando l’opinione pubblica non ha cominciato a rendersi conto di ciò che avviene nei loro laboratori.
Va detto comunque che la legge che abolirà i test su animali per i cosmetici non abolirà i test di tossicità generici (l’LD50) per i nuovi prodotti chimici. Questo significa che qualunque nuova sostanza chimica (inclusi i nuovi ingredienti dei futuri cosmetici e detergenti) che verrà introdotta sul mercato verrà testata comunque su animali e l’unico vantaggio sarà che anche qualora questa sostanza dovesse entrare nella composizione di un nuovo cosmetico, essa non dovrà essere sottoposta alla sperimentazione su animali specifica per i cosmetici (il Draize test).
Questo vale anche per i prodotti per la casa. Se parliamo di detersivi, non possiamo trascurare anche l’impatto ambientale di ingredienti quali fosfati, candeggianti al cloro e tensioattivi cationici. Prima di acquistare un detersivo, accertiamoci che si tratti di un prodotto ecologico. L’agente lavante non dovrebbe essere sintetico, ma a base di sapone vegetale.

LISTA NEGATIVA

Cosmetici PROCTER & GAMBLE Max Factor, Oil of Olaz, Infasil, Camay, Pantene
Crema da barba PROCTER & GAMBLE Noxzema
Detersivi PROCTER & GAMBLE Ariel, Dash, Dora, linea Ace, Lenor, Nelsen, Spic & Span, Viakal, Mastro Lindo, APC, Baleno, Mister verde, Polin, Può, Tide, Tuono, Zest

LISTA POSITIVA

Cosmetici ARGITAL I cosmetici naturali Argital sono costituiti da argilla verde e principi attivi vegetali. Argital utilizza esclusivamente erbe officinali con certificazione Demeter, biologiche certificate e provenienti da raccolta spontanea. La qualità dei prodotti viene esaltata al massimo grado dal processo di dinamizzazione messo in atto durante la preparazione. http://www.argital.it/default_ita.html
Cosmetici DAYMONS Noi di DAYMONS, progettiamo e realizziamo prodotti per l’igiene della persona e cosmetici vegetali, semplicemente. La produzione avviene nell’officina di trasformazione di via Rocciamelone 11a, in Torino, nel caratteristico quartiere Campidoglio. http://www.daymonsnaturalerbe.it/testo.php?tx=chi
Cosmetici LAKSHMI si può richiedere loro la lista dei punti vendita nella propria città: Lakshmi – Via Fior di Loto 37021 Boscochiesanuova (Verona). Tel. 045/6780077, fax: 045/7050200
Cosmetici LINEA “PROGETTO GAIA” l’associazione Progetto Gaia rende disponibili ai soci prodotti vegetariani, vegani, animalisti, ecologici. Ha realizzato la “Linea Progetto Gaia”, che comprende cosmetici e prodotti per l’igiene personale (shampoo, creme, etc.) che rispettano la Positive List. L’associazione ha sede in via Copernico, 41, 20125 Milano – Tel: 02/67075700 – Fax: 02/66719916 L’acquisto dei prodotti può essere fatto per corrispondenza, oppure direttamente on-line dal sito: www.progettogaia.it – posta@progettogaia.it
Cosmetici LUSH frizzanti prodotti per il corpo a base di frutta e cioccolato (per i più golosi..). Si possono trovare anche prodotti vegani. Controllate sul sito www.lush.it la lista dei punti vendita. E’ possibile anche effettuare ordini on-line.
Cosmetici L’ERBAMICA erboristeria cruelty free. Tutte le ditte trattate hanno sottoscritto l’impegno a non condurre né commissionare nessun esperimento su animali e a non comprare materie prime, formulazioni o prodotti da fornitori che hanno condotto o commissionato test su animali. Sconto del 7% per i soci di OIPA Italia. L’Erbamica si trova a Roma, in via Ezio 31, tel. 06 3201875.
Cosmetici ZEFIRO Al centro del nostro lavoro poniamo quindi l’Uomo e la Natura. Utilizziamo materie prime selezionate (anche a marchio Demeter) prevalentemente vegetali ed in parte prodotte nella nostra azienda agricola. I nostri prodotti non contengono: oli, grassi, profumi, colori ed altri eccipienti di derivazione sintetica ed animale, inoltre non vengono testati su quest’ultimi. http://www.zefiro.biz/home.asp
Detersivi ALMACABIO I prodotti Almacabio (Hedera Natur, via G. di Vittorio 21 – 39100 Bolzano. Tel. 047.15.011.38. Per l’elenco dei punti vendita, consultare il sito www.almacabio.it ) sono privi di materie prime di origine petrolchimica e di derivazione animale; inoltre, non contengono né sbiancanti ottici né profumazioni sintetiche. Al contrario, sono a base di tensioattivi di esclusiva origine vegetale, facilmente, rapidamente e completamente biodegradabili. Si tratta di prodotti concentrati: ne basta meno della metà di un detersivo tradizionale. Il detersivo lavatrice polvere garantisce, grazie alla propria composizione chimica, (percarbonato di sodio come principio sbiancante e candeggiante e tensioattivi non ionici come principio attivo lavante) una rimozione completa dello sporco e un’azione sbiancante a qualsiasi temperatura. Lavastoviglie compresse è superconcentrato, non caustico e non contiene né cloro né fosfati. Protegge la lavastoviglie e gli scarichi
Detersivi BIOLAVO I detergenti Biolavo (per richiedere il catalogo rivolgersi a: Argital, Via F.lli Bressan 21 – 20126 Milano. Tel. 02.25.758.77 – argital@tin.it ) non contengono conservanti, fosfati, EDTA, enzimi, fibre ottiche, ossidanti, coloranti, profumi sintetici e prodotti di origine animale; sono tutti a base di emulsionanti e schiumogeni di origine vegetale, biodegradabili oltre il 97% in un tempo brevissimo. I profumi sono naturali e ricavati da oli essenziali. Per addolcire le acque di lavaggio e ad evitare l’uso degli ammorbidenti, viene utilizzata l’argilla verde ventilata ed essiccata al sole. Biolavo vetri è adatto a finestre, cristalli, specchi e parabrezza. La profumazione è ottenuta mediante l’aggiunta di oli essenziali di Eucaliptus e Arancio dolce. Biolavo Antical è un anticalcare a base di olio essenziale di arancio dolce, tensoattivi di derivazione naturale non ionici e acido lattico di derivazione naturale.
Detersivi INDRA I detergenti della linea Indra (creata da Lakshmi – Via Fior di Loto 8 – 37021 Boscochiesanuova, Verona. Tel. 045.67.800.77, e-mail: lakshmi@lakshmi.it Dal sito, www.lakshmi.it , è possibile ordinare il catalogo) si caratterizzano per essere biodegradabili, cruelty free e atossici. I contenitori sono in PE, una plastica riciclabile. In più, essendo prodotti superconcentrati, è possibile un risparmio tra il 40 e l’80% di plastica. Indra piatti ha una soffice schiuma naturale che pulisce a fondo e con delicatezza, senza alterare il ph acido delle mani. Il laurilcitrato di sodio, usato come tensioattivo (contro lo sporco), è ricavato dall’olio di cocco ed è completamente biodegradabile e privo di potere irritante sulla cute umana. Il prodotto è profumato con olio essenziale di arancio, menta e limone. Indra universale per la casa è efficace contro incrostazioni di forni e fornelli e per la pulizia di sanitari, pavimenti, mobili e acciaio.

I test più usati per i prodotti cosmetici (oltre ai già trattati LD50 e LC50)

Draize Test oculare
Metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare i tessuti dell’occhio umano, consistente nell’instillare la sostanza negli occhi dei conigli per poi esaminare, a distanza di vari giorni, i danni che essa provoca ai tessuti dell’occhio.

Draize Test cutaneo
Metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare la cute umana, consistente nell’applicare la sostanza in esame sulla pelle depilata ed abrasata di animali, in genere conigli o cavie, per poi valutare a distanza di tempo l’irritazione provocata.

Test di cancerogenicità
Test finalizzato a stabilire se una sostanza è o meno cancerogena (ovviamente, per gli animali su cui si sperimenta, non per l’uomo). Generalmente vengono usati roditori ai quali viene fatta ingerire o inalare la sostanza per un periodo anche di diversi anni. In seguito gli animali vengono uccisi e sottoposti ad autopsia per stabilire la presenza di eventuali tumori nei loro tessuti.

L’industria bellica

La ricerca di modi sempre più sofisticati per uccidere e mutilare i nostri simili continua e come diretto risultato conigli, pecore, cani, maiali, topi, ratti, porcellini d’India e scimmie sono soggetti ad armi balistiche (tradizionali), chimiche, nucleari e biologiche.

Alcuni esempi: si sperimenta gas lacrimogeno sugli occhi di conigli coscienti; si espongono scimmie e altri animali a gas nervino; si somministra acido cianidrico velenoso ai cani; si spara a pecore con pallottole di gomma e plastica; si bruciano vivi i maiali per studiare l’effetto delle ustioni, ecc. Anche in questo caso molti medici chirurghi hanno affermato al Royal Victoria Hospital a Belfast (Irlanda) che questi esperimenti non hanno alcun valore scientifico.
Gli allevamenti di animali per la sperimentazione

Gli animali usati per gli esperimenti provengono dalla cattura nel loro ambiente naturale, dagli accalappiacani municipali e da quelli privati (in Italia non è più legale grazie alla legge 281/91), oppure da appositi allevamenti. Nel primo caso si tratta per la maggior parte di scimmie che una volta catturate iniziano un vero e proprio calvario: si calcola che più del 70% di esse, durante il trasporto, muoiano di traumi psichici e fisici, di fame, di sete, di angoscia o di soffocamento. I cani e i gatti vengono forniti o da persone senza scrupoli che li rubano ai privati per poi venderli agli istituti di ricerca o, nella maggior parte dei casi, da appositi allevamenti. Questa si è dimostrata un’industria molto redditizia economicamente.
Gli allevamenti più grandi e famosi in Italia sono:
– Morini, S. Polo D’Enza (RE), nel quale si trovano migliaia di cani bearle, i più usati in vivisezione per il loro temperamento docile.
– Charles River, a Calco (CO), forniscono animali mutanti, transgenici, ibridi e più di 55 “alterazioni chirurgiche” sui roditori.
– Harlan italia a Correzzana (MI) e a S. Piero al Nattisone (UD), si vanta di fare import-export da e per tutti i paesi del mondo, procurano qualsiasi tipo d’animale: maiali, criceti, conigli, cani da caccia, Beagle e meticci.

L’Università e le didattica

Le ricerche sugli animali nelle Università oltre che rappresentare un guadagno economico, come nel caso delle altre industrie, rappresentano anche una scuola di apprendimento di tecniche vivisettorie, dove lo studente, avviato a tale pratica, difficilmente cambierà metodologia e questo a discapito della vera scienza, che dovrebbe insegnare, oltre al rispetto della vita, “Primum nihil nocere” (Ippocrate), anche delle efficienti metodologie sperimentali che non comportino l’utilizzo di animali.
Nelle Università con indirizzo scientifico esistono due tipologie principali di laboratorio: i laboratori di tesi di laurea ed i laboratori didattici. Nei laboratori di tesi di laurea viene svolta l’attività di ricerca: spesso vengono condotti esperimenti su animali vivi. I laboratori didattici sono invece quelli che lo studente incontra all’interno dei bienni o trienni propedeutici. In Italia, l’utilizzo degli animali a fini sperimentali è regolamentato dal decreto legislativo 116/92 che recepisce la direttiva 86/609/CEE: “In deroga all’art. 3, comma 1, il Ministro della Sanità autorizza gli esperimenti a semplice scopo didattico soltanto in caso di inderogabile necessità e non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi”.
Solo in Italia, è attiva la legge 413/93 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Questa obbliga le strutture a fornire allo studente modalità di insegnamento che non prevedono l’utilizzo di animali. Gli studenti possono richiedere nelle segreterie universitarie l’apposita domanda.
In caso di esistenza di metodi sostitutivi utilizzabili, l’uso di animali non dovrebbe essere permesso in quanto, secondo il decreto legislativo 116/92, cade il caso di inderogabile necessità. Parecchi corsi di laurea hanno adottato metodi sostitutivi come filmati e software multimediali.

L’industria per la produzione di strumenti atti allo svolgimento delle pratiche vivisettorie

Rappresenta un commercio molto redditizio: alcune ditte specializzate in queste forniture guadagnano una media di 500 milioni di Euro all’anno derivanti da vendite sui mercati mondiali. Nei cataloghi di queste ditte si trovano strumenti come: trapano, perforatore delle ossa, raschiatoio, coltelli, bisturi, pinze, tenaglie, seghe, ecc.
In vendita, oltre ai vari tavoli operatori con fissatori per immobilizzare l’animale vi sono anche strumenti come la catena di contenzione “White”, il tubo per praticare tracheotomie “Pape”, diverse varietà di sonde nasali e ancora decapitatori, elettrodi per esperimenti di neurofisiologia, presse per spappolare ossa e tessuti come la “Blalock Press”, inventata per schiacciare gli arti dei cani senza rompere le ossa, esercitando pressioni varianti dai 250 ai 2.000 Kg. Citiamo anche la “Ziegler Chair”, ingegnosa sedia metallica che immobilizza le scimmie in qualsiasi posizione, anche a testa in giù, per un periodo di tempo che può durare anni; l’apparecchio “Horsley-Clarke”, ideato per immobilizzare i gatti durante l’incannulazione e l’inserimento di elettrodi nella cavità cranica; ecc.

Gli istituti di ricerca

I ricercatori di questi istituti riescono ad ottenere ingenti fondi dalle autorità pubbliche grazie ad esperimenti che non avranno mai nessuna utilità per l’uomo. Lo stesso Istituto Superiore della Sanità compie esperimenti sulle scimmie per studiare l’AIDS e altri tipi di esperimenti che non avranno mai risvolti utili ma che certamente contribuiscono ad ottenere facili guadagni e possibilità di carriera.