di Isabella Dalla Vecchia

Siamo ormai già in autunno, le zanzare restano un lontano ricordo e i pipistrelli, di cui ne sono ghiotti si preparano ad andare in letargo. Già, perché nonostante siamo abituati a “vedere” il pipistrello ad Halloween, in realtà è più facile incontrarlo nei cieli estivi, così ricchi di insetti, irresistibili per i chirotteri. In inverno infatti, il pipistrello preferisce dormire in un letargo leggero (non continuo come quello degli orsi) dal quale ogni tanto si sveglia. Un letargo comunque importante, che lo aiuta a passare i gelidi mesi invernali, che il suo corpicino quasi senza peli fa fatica a reggere. Insomma dopo un lungo riposo, a primavera il suo primo gesto è proprio quello di rifocillarsi, catturando moscerini e zanzare. E ne mangia davvero tantissimi! Alcuni comuni hanno infatti adottato la tecnica delle casette per i pipistrelli, o bat box, per tenerli sul territorio comunale e dare via ad una disinfestazione naturale.
E noi quando li vediamo, per istinto copriamo la nostra testa, influenzati dalla leggenda per cui i chirotteri si attaccherebbero ai capelli. Ma non è così, non ne sono attratti, semplicemente utilizzando gli ultrasuoni non li avvertono e finiscono purtroppo imprigionati.

Che ruolo aveva nelle tradizioni antiche?

Nel Medioevo purtroppo il pipistrello non aveva la stessa fortuna dei giorni nostri, come animale alato sprovvisto di piume, era considerato il compagno del diavolo o a volte, il demonio stesso. La piuma infatti era prerogativa degli angeli o degli uccelli intesi come creature celesti ed esserne sprovvisti non era certo un buon biglietto da visita. Inoltre non era un animale “puro”, ma quale topo munito di ali era “ibrido” e si pensava avesse doti magiche per trasformarsi come facevano le streghe e i vampiri.
Per ritrovare un messaggio positivo occorre andare ancora più indietro nel tempo, in Grecia e in Africa dove aveva il ruolo sacro di “vigilante”, conferitogli per le sue ineccepibili capacità di orientarsi nel buio. In Cina significava buona fortuna, per i buddisti aveva valore sacro e nella cultura precolombiana (giusto per confrontare due opposte parti del mondo) il pipistrello è il primo animale a popolare la Terra, frutto dell’unione del Sole con il proprio figlio, evoluto poi nella cultura Maya come potenti divinità, dal nome di Zotz e Camazotz, dei-pipistrello della morte e del crepuscolo, con il ruolo di governare il regno delle tenebre, considerando che per le culture antiche le “tenebre” non sempre erano sinonimo di inferno, ma di luogo sconosciuto in cui si recavano le anime.

Pipistrelli e vampiri

I vampiri esistevano già in Europa, ma nelle tradizioni popolari, preferivano trasformarsi in gatti, cani, lupi, serpenti e uccelli, ma mai in pipistrelli. È l’America la culla in cui ha avuto realmente origine il mito della trasformazione del vampiro in pipistrello. Cortez, capo dei conquistadores, durante la conquista delle Americhe restò molto colpito da una specie di pipistrello in grado di bere in venti minuti fino a un bicchiere di sangue. Aveva visto il Desmodus Rotundis, che non succhia il sangue ma lo beve, alzando un lembo di pelle con i denti affilati e rilasciando un forte anticoagulante per tenere aperta la ferita. Proprio come i nostri vampiri, i Desmodus devono bere almeno due cucchiai di sangue al giorno, la dose minima per la sopravvivenza. Sono aiutati da un sensore di calore sul naso che li avverte del punto in cui il sangue della vittima scorre più intenso. Come specie nuova e anomala per gli europei, giunse presto alle orecchie di Bram Stoker che lo rese famoso nella leggenda di Dracula (1897). Eppure il “vero” Conte Dracula pare amasse molto di più la figura del lupo, un altro principe della trasformazione.
Due culture a confronto, quella cristiana occidentale con quella orientale e precolombiana, in contrasto.
La più pura, quella più antica, considerava il chirottero come un essere positivo, ribaltato dalla Chiesa cattolica per contrastare i credi pagani e dimostrare che erano “sbagliati”. Per fortuna oggi possiamo osservare questo inusuale animale per quello che è realmente, un dolcissimo e indifeso pipistrello, che, col suo nome buffo, con danze folli e con suoni striduli e inconfondibili, saluta il sole e dà il benvenuto alla notte.