LA BANALITÀ DEL MALE NELLO SPETTACOLO TEATRALE DI GARCIA

Far soffrire per imparare a capire la sofferenza. Questo è l’assurdo messo in scena nello spettacolo teatrale “Accidens Matar para comer” in scena da Martedì 13 marzo a Giovedì 15 marzo presso il teatro I di via G. Ferrari 11 a Milano (Tel. 02.832.31.56).
Secondo quanto dichiarato ai giornali dal regista argentino Rodrigo Garcia, durante lo spettacolo verrebbe sacrificato un astice tenuto vivo per poi essere torturato facendolo “agonizzare” il tutto come metodo d’insegnamento sul significato del dolore, della sofferenza, della tortura  e della morte.
Seguendo questo ragionamento anche uccidere un bambino per far capire la sofferenza del bambino o stuprare una donna in uno spettacolo per far capire la terribile agonia fisica e psicologica della vittima, sarebbe lecito e “spettacolare”.
Lunedì 12 marzo, l’OIPA ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, ai Carabinieri del NOE, alla Polizia Locale e all’Ufficio del Garante per i diritti degli animali del Comune di Milano chiedendo un intervento urgente atto ad impedire il reato di maltrattamento sugli animali. Infatti per l’OIPA far soffrire e uccidere un astice in uno spettacolo teatrale costituisce reato secondo quanto disposto dagli artt. 544-bis e 544-ter del Codice Penale (introdotti dalla Legge 20 luglio 2004 n. 189).
In verità questa rappresentazione è solo uno squallido tentativo per far parlare di se e per riempire un teatro. Il regista argentino tra le altre stupidaggini ha dichiarato: “Il dolore è una cosa drammatica ma anche bella, dipende da come la vedi”
“Forse il dolore può essere considerato una cosa bella per un serial killer o più semplicemente per una persona totalmente insensibile, ma certamente non è una cosa bella per una società davvero civile o per la vittima che la subisce – dichiara Massimo Comparotto, Presidente OIPA Italia – E’ vero che questo spettacolo rappresenta quello che avviene quotidianamente nei ristoranti in cui vengono bollite vive le aragoste ma rappresentarlo sotto forma di spettacolo rappresenta una crudeltà gratuita oltre che un reato. Sarebbe sufficiente descrivere la sofferenza a parole, come fanno tutti i grandi artisti ed invitare le persone a compiere la scelta di rinunciare di cibarsi di astici e di avvicinarsi alla scelta vegetariana, una dieta sempre più riconosciuta più sana per noi e per gli animali”.
Proprio recentemente l’OIPA aveva plaudito per una sentenza esemplare di condanna, nei confronti di un ristoratore, per violazione della Legge sul maltrattamento sugli animali, per alcune aragoste tenute vive sul ghiaccio in condizioni non idonee.
Lo spettacolo è stato sospeso, poco prima dell’inizio, dalla Polizia di Stato che ha notificato l’atto della Procura. Il pubblico, circa 60 persone, ha quindi fatto ritorno a casa e il teatro ha provveduto al rimborso del biglietto.
Soltanto nell’ultima sera il regista ha voluto contravvenire alla decisione della Procura di Milano mettendo in scena lo “spettacolo” della tortura e dell’uccisione dell’astice.

Per questo l’OIPA si costituirà parte civile nel processo contro il regista argentino, che spero servirà di esempio per altri possibili “spettacoli tortura”.