In occasione della rappresentazione “La Bohème” di Giacomo Puccini, con regia e scene di Franco Zeffirelli, che andrà in scena al Teatro alla Scala di Milano mercoledì 7 giugno, verranno portati sul palco anche un cavallo e un asino che nei giorni scorsi hanno partecipato alle prove insieme agli attori.

Questa decisione rappresenta una nota stonata che va nella direzione opposta rispetto a quella presa già da tempo dalla città di Milano, che vuole distinguersi per essere all’avanguardia e animal friendly. Infatti il nuovo regolamento comunale in tema di benessere animali, che l’Ufficio tutela animali del Comune ha redatto in collaborazione con le principali associazioni animaliste del capoluogo lombardo e che è in attesa di approvazione, vieterà lo sfruttamento di animali negli spettacoli. Una momentanea arretratezza legislativa permette quindi – Ats e Comune hanno dato il loro benestare – l’inutile e anacronistico coinvolgimento di due animali in un contesto completamente estraneo alle loro caratteristiche etologiche.

Le guardie zoofile OIPA Milano hanno richiesto a La Scala di essere presenti per vigilare sullo stato psico-fisico degli animali, ma i responsabili del teatro hanno dato risposta negativa.

“Accettare la presenza delle guardie zoofile avrebbe mostrato un’apertura nell’intenzione di salvaguardare il benessere di due animali continuamente costretti a mettere da parte i loro bisogni etologici e fisiologici, ma il Teatro alla Scala ha dimostrato, ancora una volta, esattamente il contrario – sottolinea Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia OnlusIn un’epoca in cui la tecnologia permette di ricreare in scena qualsiasi idea partorisca la mente di un regista, troviamo che ricorrere all’utilizzo di animali vivi, costretti a continui spostamenti e a sostare ore nell’angusto retro di un teatro, sia davvero assurdo e veicoli un messaggio completamente sbagliato.”

“L’esibizione ed esposizione di animali in contesti inadeguati, come può essere il Teatro alla Scala di Milano, non solo nel momento dello spettacolo ma anche nelle fasi antecedenti e posteriori all’evento, oltre che far sorgere ovvie questioni etiche sul benessere degli animali coinvolti, minare la dignità ed integrità animale, essere un modo distorto di integrare gli animali nella nostra società e rappresentare un sistema culturale antropocentrico che andrebbe lasciato all’oblio del tempo, equipara un evento culturale ad un evento di circo con animali, cosa ampiamente superata quanto eticamente discutibile, anche, oserei dire soprattutto, laddove gli animali sono trattati bene ed “abituati” a questi eventi” spiega l’etologo Francesco De Giorgio.