a cura di Silvana di Mauro, responsabile CRAS Liberi di volare ODV, Trieste
Unico nel suo genere in Italia, il CRAS (Centro recupero fauna selvatica) CRAS Liberi di volare ODV di Trieste è specializzato nel soccorso e riabilitazione di rondini, rondoni e balestrucci, uccelli insettivori.
Il Centro ha adottato rigorosamente il protocollo operativo della Mauersegler Klinik di Francoforte sul Meno (Germania), presso cui gli esperti hanno effettuato la loro formazione.
La Mauersegler Klinik è un Centro di riferimento internazionale per il recupero, cura, riabilitazione di questi uccelli “delicati”, altamente specializzati, i quali richiedono persone altrettanto specializzate per aiutarli.
In accordo con la succitata clinica e con altri Centri europei tra i quali la Mauersegler Starthilfe (Germania), gli esperti condividono informazioni e preoccupazioni per la sorte di questi animali, che stanno subendo un drastico declino.
Per tale motivo è consuetudine che ogni due anni in un paese diverso del mondo, scienziati, studiosi, volontari e appassionati si ritrovino per uno scambio di informazioni, studi, esperienze, riguardo al monitoraggio internazionale di queste specie.
L’anno scorso (maggio 2024), il nostro Centro, con la coorganizzazione del Comune di Trieste e con il Patrocinio gratuito della Regione FVG, ha ospitato la 7th International Swift Conference (Settima conferenza internazionale sui Rondoni).
Studiosi provenienti da 19 paesi del mondo hanno condiviso le ultime scoperte sul mondo dei Rondoni.
La storia del rondone Fagiolina, è una delle tante storie che ogni anno suscitano forti emozioni.
Fagiolina, ultimo rondone pallido della stagione 2024, arrivò dal Porto Vecchio di Trieste, con solo pochi giorni di vita. Un battito smarrito nel vento… Caduta all’interno di un capannone ai piedi di un pilastro…Era implume, magrissima, tremante, fragile; un corpo provato da paura e dolore…Sfidava il destino, non sembrava potesse sopravvivere…Allora, con mani colme d’amore, le offrimmo cure e calore…Infusioni per giorni, in seguito, tanti piccoli pasti ravvicinati di polpa di grillo…Fagiolina cresceva, viveva, sognava…
Giorno dopo giorno il cielo si faceva sempre più vicino: e così, il miracolo avvenne! Come il brutto anatroccolo che diventa un bellissimo cigno, anche lei divenne bellissima. E quando l’autunno stava per arrivare, il primo volo si fece promessa. Ella partì con Amerigo, giovane rondone maggiore…
Fagiolina partendo dalle mie mani guadagnò subito il cielo, un battito forte, la vita che splende e una piccola parte del mio cuore partì con lei verso l’Africa!… Andando oltre questa storia poetica, iniziamo a illustrare il protocollo che caratterizza il “modus operandi” del nostro Centro.
PREMESSA
Il soccorso di queste specie è fondamentale quando vengono trovate al suolo, poiché, a differenza di altre specie che stazionano frequentemente a terra, Irundinidi e Apodidi necessitano sempre di soccorso adeguato.
Nel dettaglio, mentre la maggior parte dei pulli degli uccelli passeriformi abbandonano il nido quando ancora sono incapaci di volare (osservati e imbeccati dai genitori), rondini e balestrucci si involano dal nido quando sono già in grado di volare, seguiti dai genitori per un breve periodo, ma mai a terra.
Anche i soggetti adulti degli Irundinidi si posano al suolo, esclusivamente per raccogliere fango e altro materiale per la costruzione o risistemazione del nido, utilizzando per il riposo le antenne o i fili della luce, mentre i rondoni (Apus apus, Apus pallidus e Tachymarptis melba) non si posano mai al suolo durante la loro vita, esclusivamente aerea, si fermano nel nido solo per covare e imbeccare i pulli, che dopo l’involo saranno totalmente autonomi e non si fermeranno prima del loro terzo anno – quarto anno di età, quando saranno in grado di riprodursi.
Il motivo del volo “perpetuo” dei rondoni è conseguenza di un adattamento estremo alla vita aerea e, proprio a causa della loro morfologia, essi non possono né posarsi a terra, né stazionare su un posatoio, né sui rami degli alberi.
RITROVAMENTO
Fatta questa premessa, quando si trova un rondone, una rondine o un balestruccio a terra, questo va sempre raccolto e aiutato.
I soggetti ritrovati possono essere di diverse fasce di età: dai soggetti adulti (vittime di impatti contro edifici o fili dell’alta tensione, o perché predati, o perché debilitati e vittime di intemperie) ai pulli caduti dal nido o involati prematuramente. Ove non siano presenti i soccorsi istituzionali, il cittadino che si imbatte in uno di questi volatili trovati a terra, prima della consegna ad un CRAS, deve posizionarlo in una scatola di cartone forata e limitarsi a fornire al “trovatello” qualche goccia d’acqua, posizionata ai lati del becco, mai sulle narici. Evitare di fornire qualsiasi tipo di cibo al volatile prima di essersi consultati con esperti di un centro di recupero o di primo soccorso.
STABULAZIONE
Dopo aver consegnato il volatile ad un CRAS o a un centro di primo soccorso, viene controllato l’eventuale stato di debilitazione e verificato che non ci siano traumi da impatto o altre ferite che richiederebbero un tempestivo controllo da parte del veterinario.
Talvolta questi volatili possono essere affetti da parassitosi, da acari rossi, pidocchi o dalla crataerina pallida, tutti parassiti ematofagi che si nutrono abbondantemente di sangue e che possono notevolmente contribuire alla debilitazione del volatile.
Per questo, dopo il conferimento ad una struttura specializzata, è opportuno spruzzare, nel piumaggio del soggetto infestato, un antiparassitario specifico per volatili.
Il peso di un rondone sano va dai 38 grammi in su, il peso di una rondine dai 16 ai 20 grammi, mentre il peso di un balestruccio va dai 16 ai i 18 grammi.
Pesare il volatile è fondamentale e importante per capire subito lo stato di debilitazione, unitamente ad una palpazione dello sterno del volatile, che non deve mai presentarsi “sporgente” , poiché ciò potrebbe essere sintomo di magrezza e muscolatura del petto poco sviluppata.
Dopo aver fatto queste verifiche, si posiziona il paziente in una cesta-nido in plastica (nursery) di misure adatte (almeno 45 cm in lunghezza x 35 cm di larghezza e x 35 cm in altezza), foderata sul fondo con carta assorbente e nei lati, ad esempio, ricoperta da piccoli asciugamani in spugna di cotone o panni in pile, così da poter far “arrampicare” il rondone (posizione preferita da lui).
Un contenitore concavo (della grandezza di un sotto tazza da thè) foderato con carta assorbente e posizionato in fondo alla cesta-nido dalla parte ricoperta, completeranno l’arredamento della medesima, per dare la sensazione al rondone di trovarsi dentro un nido riparato (perché la descrizione sia più chiara, potrete prendere visione del nostro video che seguirà a questa descrizione).
Essendo i rondoni animali sociali, è possibile tenere nella stessa cesta anche più esemplari di età simile, avendo sempre l’accortezza di sostituire la carta assorbente con frequenza, per evitare che essi possano sporcarsi il piumaggio con le deiezioni.
Un asciugamano o un telo in cotone potrà ricoprire, per metà, la cesta allestita, onde dare maggior senso di sicurezza e protezione al volatile.
Completare posizionando, sul tetto della cesta, una sottile rete, tipo tulle, che eviterà eventuali fughe dei pazienti.
Per rondini e balestrucci si adotta lo stesso tipo di cesta, potendo posizionare, all’interno della medesima, una piccola “cassetta nido” o, se si vuole, anche un posatoio, avendo loro la possibilità, durante l’ultima fase della crescita, di stare appollaiati, a differenza del rondone.
La cesta nido va scaldata con apposito termoforo, sul fondo, in caso di soggetti in stato di debilitazione o per i pulli che, nonostante il caldo nel periodo estivo, necessitano di calore se implumi o con piumaggio incompleto. Per nessun motivo si possono utilizzare gabbie per la stabulazione dei nostri pazienti, che si rivelano deleterie e pericolosissime per la rovina del loro piumaggio. In particolare il rondone, con le sue remiganti molto lunghe, andrebbe incontro a danneggiamento irreversibile del piumaggio, precludendosi ogni possibilità di involo.
ALIMENTAZIONE
L’alimentazione è un aspetto molto importante da attenzionare per questi volatili, che, in quanto insettivori puri, necessitano durante la loro stabulazione, di una alimentazione esclusivamente insettivora, a base di grilli di allevamento (Acheta domesticus) sub adulti. Per esperienza e studio si sono rivelati l’unico cibo in grado di sostituire la loro alimentazione naturale a base di plancton aereo.
Una scorretta alimentazione potrà causare danni irreparabili ai volatili in ricovero ed essere motivo del loro mancato involo, pertanto si raccomanda di fare molta attenzione al cibo con cui essi vengono alimentati. Carne macinata, pastoni, omogeneizzati, cibo per cani, granaglie etc. comportano gravissime carenze e danni irreparabili agli organi interni, che si manifestano con danni al piumaggio più o meno gravi, alterazione nella crescita dei pulli, perdita parziale o totale delle remiganti, rachitismo, morte del volatile e altre condizioni spesso irreversibili. Anche le larve di tenebrio molitor (tarme della farina) e galleria mellonella (camola del miele), ritenute in passato adatte, sono molto dannose per questi volatili e, se somministrate per più giorni, possono causare danni al fegato, infiammazione delle articolazioni e grave denutrizione.
Inoltre, più sono piccoli e debilitati i soggetti, più la cattiva alimentazione risulta deleteria. Nei rari casi in cui un soggetto riesca ad essere involato dopo aver ricevuto alimentazione scorretta, il suo destino risulta segnato.
Per migratori a lunga distanza, come Irundinidi e Apododi, un difetto del piumaggio o danni derivanti da cattiva gestione non permette loro di affrontare il viaggio migratorio. L’alimentazione, invece, con grilli di allevamento acheta domesticus, supportata da integratori vitaminici specifici, sostanze minerali e aminoacidi, garantisce uno sviluppo dei pulli identico allo sviluppo naturale.
Ovviamente, lo stesso protocollo alimentare verrà adottato anche per i soggetti adulti in ricovero temporaneo presso una struttura specializzata.
Il grillo di allevamento acheta domesticus sub adulto, oggi è di facile reperimento: il Cras di Trieste, visto il grande numero di rondoni, rondini e balestrucci che ogni anno ospita, si organizza, periodicamente, per fare “stoccaggio” della quantità sufficiente di prodotto surgelato, per averlo sempre a disposizione per un costante consumo, sebbene ormai, in commercio, esiste anche il prodotto liofilizzato, di facile reperimento nei negozi per animali, sicuramente utile per un primo e urgente soccorso, senza più così dover ricorrere a cibo scorretto come carne, omogeneizzati, camole ecc.. .
Quando ci si accinge ad alimentare un rondone, una rondine o un balestruccio, è fondamentale maneggiare il volatile con mani accuratamente igienizzate ed avvolgendo il soggetto con un panno di cotone, così da proteggere il delicato piumaggio dall’eventuale sebo o sudorazione delle mani.
Per l’imbecco ci si aiuta con una pinza dalle punte arrotondate che serve per poter meglio inserire il grillo in fondo alla gola, facilitandone così una corretta deglutizione.
La quantità di cibo ottimale varia in base all’età del soggetto e al grado di debilitazione, nonché alla specie: normalmente, con soggetti fortemente debilitati e molto magri, si inizia con infusioni e idratazioni (praticate esclusivamente da personale esperto e specializzato), integrando in maniera estremamente graduale l’alimentazione, che dovrà essere costituita inizialmente dalla parte più morbida del grillo, aumentando man mano la dose di cibo quando il soggetto risulta essere più ristabilito.
I pulli piccolissimi e implumi richiedono un impegno aggiuntivo, con monitoraggi costanti e imbeccate continue con piccole porzioni di cibo, dapprima ogni mezz’ora, poi diradando le imbeccate gradualmente, fino a 7 pasti al giorno per soggetti quasi pronti all’involo o soggetti adulti in buona salute. La quantità di grilli ideale per un rondone è di 2,5/ 3 grammi per ogni pasto, che corrispondono, indicativamente, a 12-16 grilli sub adulti (dati, nell’imbecco, senza zampe e senza ali e possibilmente senza testa).
Per rondini e balestrucci, la quantità di cibo sarà di poco inferiore, anche se essi pesano circa la metà di un rondone.
Rondini e balestrucci hanno un metabolismo molto rapido, quindi, in stabulazione, vanno imbeccati molto frequentemente.
Una buona prassi è sempre quella di pesare i volatili prima e dopo il pasto, per verificare esattamente la quantità di cibo ingerito. Il monitoraggio quotidiano del peso è invece importante per verificare la crescita e l’aumento di peso, che deve essere graduale e costante fino ai valori di riferimento. Ogni pasto viene integrato da qualche goccia d’acqua, fornita con pinza da imbeccamento tramite “induzione”, finché il volatile ne gradisce.
TECNICA D’IMBECCO
Talvolta i nostri “pazienti” mostrano molto appetito e si lasciano imbeccare facilmente.
I pulli di rondone, in particolare, mostrano (se stanno bene) una grande voracità tentando di “succhiare” qualunque cosa passi vicino alla loro larga bocca.
Anche rondini e balestrucci, da piccoli, a volte spalancano il becco semplificando cosi l’operazione dell’alimentazione. Ci sono però delle situazioni in cui i volatili non sono assolutamente collaborativi e, in questo caso, si deve ricorrere all’alimentazione forzata. La tecnica dell’imbecco non è qualcosa di semplice, ma tutt’altro, essa si apprende col tempo e con grande dedizione. Bisogna aprire delicatamente il becco del volatile, stando ben attenti a non forzarlo per evitare traumi (per maneggiamento e tecniche di alimentazione si rimanda al video che verrà di seguito divulgato).
Per quanto riguarda i rondoni, si assiste ad un comportamento particolare che avviene anche in natura. Avvicinandosi la data dell’involo, i giovani rondoni iniziano a mostrare una particolare irrequietezza e una progressiva riluttanza ad alimentarsi, tuttavia bisogna sempre assicurarsi che il peso del soggetto non scenda al di sotto dei parametri previsti. Una leggera perdita di peso è tuttavia normale poco prima dell’involo poiché i pulli convertono una parte del loro grasso accumulato in massa muscolare, ma è sempre raccomandabile che il range di peso non scenda sotto i 38 grammi.
INTEGRATORI VITAMINICI
Fondamentale per rondini, rondoni e balestrucci in stabulazione, risulta integrare l’alimentazione, a base di grilli di allevamento Acheta domestica sub adulti, con vitamine, aminoacidi e minerali. Esistono prodotti completi, tipo Korvimin e Nekton Biotin, che completano l’alimentazione base.
Inoltre, con il congelamento dei grilli vengono distrutte le vitamine del gruppo B, che quindi è opportuno integrare correttamente, in questo caso sottocute.
Purtroppo, si vuole evidenziare che il complesso di vitamine del gruppo B non viene assorbito correttamente per via orale tramite integrazione, quindi la prassi corretta e ben documentata è di praticare un’iniezione sottocutanea settimanale di vitamina Bicomplex nella plica inguinale (ovviamente detta operazione va eseguita da personale esperto). Purtroppo, la carenza di vitamine del gruppo B è molto frequente in rondini, rondoni e balestrucci e se essa non viene integrata come anzidetto, è molto alto il rischio che il soggetto sviluppi un’importante sintomatologia neurologica da carenza.
REINTRODUZIONE IN NATURA
Dopo il periodo di permanenza in stabulazione, vi è la reintroduzione in natura.
Il periodo che intercorre dalla nascita all’involo varia da 40 ai 45 giorni circa per i rondoni, mentre rondini e balestrucci dopo circa 4 settimane dalla nascita, se in stabulazione, cominciano a spiccare i primi voli.
In questi casi, se dotati di uno spazio adeguato, ossia una “stanza o palestra di volo” ricoperta da adeguati tendaggi e parti morbide in gommapiuma a terra, essi possono cominciare ad esercitarsi; ma attenzione, il rilascio in natura potrà avvenire quando i calami delle loro remiganti avranno comunque perso tutti gli astucci.
Inoltre essi, ultimando la crescita, dovranno cominciare a dimostrare una certa autonomia nella ricerca del cibo, pur non avendo l’imbecco dei genitori, come in natura.
Una rondine o un balestruccio pronti a tornare in natura si riconoscono dall’agilità nel volo e dalla capacità di riuscire a compiere svariati giri circolari, virare bene e posarsi correttamente su un posatoio o un piano d’appoggio.
L’allenamento in questa “palestra” di volo è necessario anche per tutti i soggetti che necessitano di riabilitazione in seguito a traumi, fratture o lunghe degenze.
Tuttavia, bisogna considerare che in cattività la permanenza può essere più lunga a seconda dei traumi o delle problematiche che presentavano i soggetti al momento del conferimento. Per rondoni ritrovati nidiacei o pulli, senza particolari problemi, come anzidetto, essi possono essere involati dopo 42-45 giorni di vita, ossia quando avranno perso tutti gli astucci cheratinici del calamo delle penne in crescita.
Il piumaggio deve risultare compatto e completo di tutte le 10 remiganti primarie, delle secondarie, copritrici alari e delle 10 timoniere.
Le remiganti primarie, in media, dopo il completamento dello sviluppo, supereranno, ad ali chiuse, di 2-2,5 cm la coda, incrociandosi perfettamente sulla parte del dorso, vicino alle timoniere.
Prima di involare il rondone, come per il balestruccio e per la rondine, va comunque verificata la sua reale capacità di alzarsi in volo. Quindi, risulta essere necessaria la formazione per qualche giorno, in una stanza di volo, anche perché non tutti i giovani rondoni saranno pronti a partire nel momento in cui il loro sviluppo è perfettamente completato: il momento dell’involo è una cosa seria e richiede coraggio per chi non ha mai volato, anche se essi sono, in assoluto, i “maestri del volo” e grandi figli dell’aria!
In questi casi bisogna che il nostro potenziale aviatore sia lasciato tranquillo, magari “aggrappato” con i suoi artigli a uno dei tendaggi della stanza del volo, rigorosamente allestita come sopra specificato, per evitare traumi da impatto.
Il rondone, pian piano, prenderà confidenza e sicurezza e, osservando con tranquillità, in contemporanea, altri suoi simili in allenamento o formazione, deciderà da solo quando provare l’ebbrezza del primo volo, così come farebbe nel nido, se in una condizione per lui naturale.
Superato ogni ostacolo, quando se ne decide la sua liberazione, una volta involato, sappiate che egli è già in grado di cacciare insetti ed è già diventato un vero maestro del volo.
Per l’involo vero è proprio, a questo punto, consigliamo di recarsi in un’area ampia, priva di pericoli, di alberi o autovetture.
Il braccio va portato in alto, mentre il palmo della mano che tiene il rondone, viene disteso delicatamente, cosicché’ il rondone potrà partire spontaneamente, decidendo, da sé, tempi e momento dell’involo.
Per un rondone è perfetto un campo ampio, privo possibilmente di erba alta.
Le ore mattutine o pomeridiane, fino a poco prima del tramonto, sono, per il medesimo, le ore ideali per la partenza, onde evitare le alte temperature estive.
Per rondini e balestrucci va benissimo recarsi dove già esistono loro colonie.
A differenza del rondone, per le rondini e i balestrucci è invece consigliabile involarli al mattino, con la stessa tecnica, per consentire un maggior tempo di adattamento in natura.