Dott. Paolo De Bonis
Dir. San. Centro
Veterinario Empolitano

Proseguiamo il nostro viaggio nella Medicina veterinaria, una disciplina che affronta temi apparentemente semplici, ma in realtà estremamente complessi.

Vaccinazione, sì, no, perché?

La materia genera sempre conflitti, spesso per presa di posizione o mala informazione.
Un vaccino non è altro che una sostanza contenente un agente o porzioni di esso che interagendo con un organismo stimola lo stesso a produrre anticorpi, mimando la malattia senza indurla e con lo scopo di ottenere protezione verso la malattia stessa.
Un protocollo vaccinale prevede, prima del suo inizio, una valutazione attenta del paziente: stato di salute, malattie pregresse, ambiente e territorio. Ne consegue che, anche se abbiamo delle linee guida atte a garantire delle buone pratiche veterinarie, ogni soggetto avrà un protocollo personale e più adatto.
Sia chiaro: tranne poche eccezioni, non c’è nulla di obbligatorio, e in medicina il rischio zero non esiste.

Allora perché farlo?

Vi siete mai chiesti perché esistano decine e decine di patologie virali e batteriche, ma i protocolli vaccinali ne prevedano solamente alcune?
Perché queste poche hanno una percentuale altissima di mortalità, soprattutto nel cucciolo, ed alcune sono zoonosi, ovvero possono essere pericolose anche per l’uomo.
Prendiamo come esempio la patologia virale più conosciuta e frequentemente diagnosticata: la gastroenterite emorragica, meglio nota come Parvovirosi. Questo virus può resistere nell’ambiente per mesi, rimanendo in attesa che un cucciolo vi entri in contatto. Una volta raggiunto l’ospite, scatena la sua virulenza: se il sistema immunitario dell’animale non è sufficientemente sviluppato, la malattia può avere conseguenze gravi.
Ecco perché la vaccinazione precoce contro questa patologia è importante, soprattutto se abbiamo una pulce di mezzo chilo di 50 giorni di vita. Fattori come immunità, peso ed età giocano un ruolo cruciale, ma la vaccinazione è essenziale anche per razze più grandi, come un Rottweiler di 90 giorni, poiché la Parvo può essere particolarmente devastante per questa razza.

Che possibilità c’è di un effetto avverso post vaccinale?

Minimo e raramente infausto. Che possibilità c’è di finire in terapia intensiva se sono piccolo e non vaccinato, anche se sono un Rottweiler? Altissimo, con l’80 per cento di mortalità: tutto dipende dalla mia immunità.

Immunità: come facciamo a sapere se è idonea?

L’immunità è un concetto ricorrente, ma come possiamo valutarne l’efficacia? Semplicemente testandola, o meglio, analizzandone una parte. Ricordiamo che un titolo basso non indica necessariamente una scarsa immunità. Questo perché, oltre alla risposta anticorpale, intervengono altri meccanismi, come l’immunità cellulo-mediata. Senza addentrarci troppo nei dettagli, è sufficiente sapere che il test qualitativo degli anticorpi rappresenta un valido strumento per stabilire quando vaccinare e, soprattutto, per verificare l’efficacia della vaccinazione già effettuata.

Quindi l’interrogativo non è «Vaccinazione sì, no e perché?», ma «Il mio Pet ha una immunità idonea a garantirgli sicurezza contro le principali forme morbose?»

Questo è tanto importante quanto è alto il rischio, il rischio è tanto alto quanto più è immaturo il pet e il suo sistema immunitario.
Sappiamo che un cucciolo ha delle finestre di apprendimento ristrette, è quindi importante farlo interagire e portarlo precocemente in ambiente esterno.

E allora cosa fare?

Partiamo da una corretta valutazione anticorpale della mamma, ancor prima della gravidanza: questo potrà proteggere il cucciolo nelle prime fasi, attraverso gli anticorpi colostrali. Successivamente, iniziamo un protocollo vaccinale, ma soprattutto testiamo gli anticorpi che ne derivano, assicurandoci che siano alti, protettivi e duraturi nel tempo, step by step.

Devo vaccinare il mio Pet?

Non saprei. Dovresti vaccinarlo per alcune patologie a rischio alto, in base anche alla territorialità degli agenti infettivi. Tuttavia, è indispensabile vaccinare se il titolo anticorpale risulta non protettivo. Nei cuccioli il piano vaccinale dovrebbe essere completato non prima delle 16 settimane di vita, ovvero quando il sistema immunitario è maturo e pronto a proteggere.
Essenziale sarà sapere se il nostro animale, anche se vaccinato, abbia raggiunto un’immunità valida. Questo spesso conduce il medico veterinario a scegliere di non vaccinare o vaccinare in parte anche per diversi anni, poiché il vaccino è solo un mezzo, a volte necessario e a volte superfluo. Lo scopo è sapere se l’animale è veramente protetto.