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MAMME E CUCCIOLI DI VOLPE CONTINUANO AD ESSERE MAS-SACRATI DAI CACCIATORI A TREVISO CON IL BENESTARE DEL TAR. OIPA, ENPA E LAV: RICORRIAMO AL CONSIGLIO DI STATO!

21/1/14

L’ordinanza del TAR di Venezia emessa il 15 gennaio è tanto scarna quanto cruda nei suoi contenuti: le volpi della provincia di Treviso devono essere massacrate e con esse i loro cuccioli strappati dalle tane da cani appositamente addestrati.

Nonostante il puntuale e preciso ricorso presentato dalle associazioni ENPA, LAV e OIPA, nonostante le migliaia di firme con le quali i cittadini hanno richiesto lo stop al massacro, nonostante la manifestazione tenutasi nelle vie del centro di Treviso, Provincia e TAR proseguono nel loro progetto. L’una infischiandosene delle richieste dei cittadini, l’altro respingendo la richiesta di sospensione del piano di abbattimento delle volpi, senza neppure prendersi la briga di spiegare il perché.

“Non contestiamo l’ordinanza del TAR – dichiarano le associazioni animaliste – ma riteniamo che dare il via libera al massacro delle volpi senza neppure fornire una motivazione, sia del tutto inaccettabile”.

Ora i cacciatori della provincia di Treviso, su mandato dell’assessore Lorenzon, potranno proseguire nell’opera di sterminio delle volpi ed anche dei cuccioli che a breve vedranno la luce. Aiutati da cani appositamente addestrati ad entrare nelle tane, i cacciatori non faranno altro che scaricare il piombo dei loro fucili contro le madri in fuga dalle tane mentre i cuccioli saranno sbranati dai cani. E tutto ciò solo ed unicamente perché le volpi possono predare lepri e fagiani, che i cacciatori vogliono poter massacrare in tutta tranquillità, in ossequio alla loro passione sanguinaria.

“Mandare al massacro migliaia di volpi, compresi cuccioli e mamme allattanti, senza neppure spiegare il perché è del tutto inaccettabile – concludono le associazioni – per questo motivo intendiamo ricorrere al Consiglio di Stato. Confidiamo che a Roma i giudici amministrativi siano almeno in grado di motivare le loro decisioni, distinguendosi così da quanto avvenuto a Venezia."





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