Un presidio partecipato quello di stamattina davanti al Pirellone, sede della Regione Lombardia, dove i volontari dell’OIPA di Milano insieme a quelli di tantissime altre associazioni, si sono riuniti per protestare contro un vero e proprio atto predatorio nei confronti della fauna selvatica, che ricordiamo, è patrimonio indisponibile dello Stato e dunque, di tutti noi.

Se l’intento del nuovo governo si è si è ormai palesato con l’approvazione dell’emendamento “Far West” di Fratelli d’Italia, che autorizza a sparare a qualsiasi specie selvatica anche in aree protette e in città, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto, senza alcuna considerazione per l’incolumità pubblica, le politiche regionali vanno a braccetto e in regione Lombardia si prepara il più massiccio attacco alla fauna selvatica di tutti i tempi.

Come al solito uno sparuto gruppo di politici regionali che occupa le poltrone con i contributi pubblici anziché occuparsi di ciò che è necessario per i propri cittadini si riunisce per emanare leggi che violano palesemente le norme a tutela degli animali e dell’ambiente, in barba anche alle Direttive UE.

Del resto si tratta di “affari”, perché lo scopo è accontentare gli interessi di armieri e cacciatori, una minoranza della popolazione in nome della quale si disattende anche la legge.

Tra le “new entry” in proposta quest’anno, la caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti, quindi al via i massacri di cardellino, verdone, lucherino, fringuello, peppola, frosone, pispola, storno e tordela, che porterebbe al declino di specie già a rischio, portandoci indietro nel passato di 50 anni.

La riapertura degli impianti di uccellagione, ora vietati tutto il territorio nazionale, una vera e propria trappola che cattura grandi numeri di volatili e comporta gravi sofferenze per gli uccelli che vi rimangono intrappolati, causando un grave danno all’avifauna selvatica e alla biodiversità.

E, come se non bastasse, si vorrebbe anche impedire l’attività di antibracconaggio dei Carabinieri Forestali nelle valli della provincia di Brescia e Bergamo, una delle operazioni più importanti a tutela dell’ambiente e della biodiversità perché queste province costituiscono uno snodo fondamentale lungo le rotte dell’avifauna selvatica migratoria e allo stesso tempo sono considerate una delle aree critiche del bracconaggio italiano, dove più si concentra la caccia illegale, in particolare del Pettirosso.

Il servilismo dei politici nei confronti di chi produce e imbraccia fucili è vergognoso e inaccettabile da parte dei cittadini, stanchi di assistere da una classe politica che arricchisce le lobby venatorie (sovvenzionate ogni anno con 500.000 euro di contributi pubblici) e che anziché tutelare l’ambiente e la biodiversità, sta depredando le incredibili bellezze del nostro Paese e seminando morte per migliaia di animali selvatici.

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