Un’atrocità non è minore per il fatto che viene commessa in un laboratorio ed è chiamata ricerca medica: resta sempre un’atrocità. (G.B. Shaw)
“Ogni sera miei cari parmigiani mentre vi addormentate nel vostro letto caldo pensate che a pochi metri dalle vostre case ci sono i macachi rinchiusi in gabbia che subiscono dolori inutili, operazioni, iniezioni, tagli, cicatrici e sevizie che mai potreste immaginare, costretti in sedie di contenimento in nome di una falsa scienza. Abbiate coraggio, ribellatevi!”
Anche in occasione della manifestazione del 25 gennaio 2020, i volontari dell’OIPA di Parma sono scesi in piazza per chiedere a gran voce la liberazione dei macachi rinchiusi negli stabulari dell’Università di Parma: dopo 5 anni di torture per esperimenti che non hanno alcuna validità scientifica, i 6 macachi rinchiusi negli laboratori saranno uccisi.
Al corteo nazionale, partito alle 13.30 dalla Stazione ferroviaria di Parma, c’è stata una grande partecipazione di tantissimi cittadini provenienti da tutta Italia così come di tante associazioni animaliste. Al grido di “Ministro Speranza blocca l’esperimento sui macachi di Parma” è arrivato fino agli stabulari per chiedere una volta per tutte una scienza etica, al servizio del malato e non dei profitti.
La reclusione dei macachi è una tortura legalizzata il cui fine non ha nulla a che vedere con la ricerca scientifica. Esistono metodi alternativi alla ricerca su animali, così come dimostrano i medici e i ricercatori della LIMAV (Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione) https://www.limav.org/ con cui l’OIPA collabora da sempre.