11 febbraio 2016: la delegazione dell’OIPA di Enna riceve un’ordinanza di sgombero dei locali in cui sono ospitati da più di un anno 14 randagi, cani salvati dalla strada dagli stessi volontari dell’OIPA e di proprietà del sindaco, regolarmente microchippati a nome del Comune, il quale nel 2014, in virtù di una convenzione stipulata con l’OIPA di Enna, mette a disposizione dei box dove poter alloggiare i cani in attesa della loro adozione e sterilizzazione, quest’ultima da effettuare a cura dell’ASP veterinaria.

Adempiendo a quanto prescritto dalla convenzione, dal 2014 i volontari dell’OIPA a titolo gratuito e con grandi sacrifici iniziano a catturare i randagi, risolvendo il più delle volte dei problemi all’Amministrazione comunale e ai Vigili urbani, prendendo in carico da questi ultimi gli animali loro segnalati dai cittadini.

Le sterilizzazioni da parte dell’ASP, tuttavia, tardano ad arrivare e solo il 30 novembre 2015, dopo quasi un anno dalla firma della convenzione, si procede finalmente alla prima sterilizzazione, preceduta anche da un sopralluogo nell’agosto 2015 da parte di due veterinari dell’ASP che, constatando un numero superiore di cani rispetto alla capienza dei box degenze, prescrivono ai volontari OIPA di non introdurre altri animali, fino all’uscita degli stessi dopo la sterilizzazione.

Peccato che il 17 febbraio i 14 cani siano sì usciti dai locali messi a disposizione del Comune e verificati dall’ASL, ma non perché sterilizzati, ma perché sbattuti fuori dalla stessa ASL con un’ordinanza di sgombero da effettuare entro 48 ore.

La motivazione adotta è ridicola se non fosse drammatica per le conseguenze che hanno rischiato di subire i cani: “L’ASL non può più sterilizzare perché i locali sono occupati dai cani”. Peccato che nella stessa struttura l’ASL abbia già proceduto a 3 sterilizzazioni, dunque perché non può continuare con le 11 rimanenti?

Se 14 cani sono scampati ad un canile sovraffollato, lontano più di 50 km da Enna, lontano dai volontari che ne avrebbero perso ogni traccia senza più possibilità di trovare loro un’adozione, lo dobbiamo non certamente all’ASL, ma ancora una volta ai volontari dell’OIPA, che in una corsa contro il tempo, sono riusciti in soli due giorni a trovare d’urgenza una sistemazione per loro, alcuni presso le proprie abitazioni altri presso dei box costruiti a proprie spese, lavorando giorno e notte.

I cani adesso sono in salvo e in cerca di adozione. Rimane l’amarezza e la rabbia dei volontari dell’OIPA per quanto accaduto, non solo perché è in essere una convenzione tra OIPA e Comune, non solo perché l’ordinanza dell’ASP è stata perentoria oltre che priva di senso, ma anche perché non è stato istituito alcun tavolo tecnico tra ASP, Comune ed OIPA per concordare una soluzione e una tempistica adeguata. Un accordo che sarebbe stato essenziale in questo caso, viste le premesse e il grande lavoro svolto dai volontari dell’OIPA che, in tre anni, hanno fatto risparmiare alla collettività e alle casse comunali circa 400.000€, affidando quasi 200 animali ed evitando che gli stessi finissero in canile, sempre a spese dei cittadini contribuenti.

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