Lo chiamano ancora “sport”, ma lo sport, quello vero, non si nutre della vita di altre specie, né causa la morte dei propri stessi simili, perché in quel caso si chiama “crimine”.
Ma quello che conta è confondere le menti dei più con tutti i mezzi possibili, tra cui l’uso distorto delle parole.
Benedetto non le conosce, non saprebbe che farsene delle parole, ma come accade a tanti altri cani, ha sofferto enormemente le conseguenze dello “sport” preferito dei “cavalieri della natura”, come amano farsi chiamare quelli che, a suon di doppiette, si divertono a spargere sangue e morte tra boschi e campagne.
Mentre cercavano di avvicinare una cucciolata, i volontari dell’OIPA di Brindisi hanno trovato lui, un cane di razza Drahthaar diventato l’ombra di se stesso. Magrissimo, impaurito, divorato vivo dalle larve di mosche, quasi accecato dalla malattia che lo stava consumando.
Non è stato facile aiutarlo a rinascere, c’è voluto del tempo prima che Benedetto riconquistasse la salute, ma la parte più difficile è stata guarire le ferite della sua anima.
Dapprima schivo e diffidente, grazie all’amore degli Angeli blu, che pian piano hanno riconquistato la sua fiducia, Benedetto ha capito che dalle persone non arriva solo il male, ma anche delicatezza, gesti affettuosi e gentili.
Quello che manca ora a Benedetto è la vicinanza costante di una famiglia, che aspetta già da tanto tempo nella pensione dove è ospitato.
Tanti gli appelli promossi per dargli visibilità dopo averlo salvato, ma niente, Benedetto sembra condannato a rimanere invisibile.
Aiutiamo questo dolcissimo cane a riscattarsi dal suo passato: Benedetto non ha mai ricevuto niente di positivo dalla vita, è ora che per lui ci sia finalmente una svolta che possa cambiare per sempre il suo destino.
Info: Cinzia Lombardi, vicedelegata OIPA Brindisi e provincia; Tel. 349 5038024; vice-brindisi@oipa.org