di Alessandra Ferrari, istruttore cinofilo
Quante volte vi è capitato di dire o sentir dire: «Porto giù il cane a fare i bisogni»? Sicuramente innumerevoli, perché è purtroppo molto diffusa la credenza che l’obiettivo della passeggiata del cane sia solo ed esclusivamente fargli fare pipì. Salvo poi chiedersi come mai, dopo aver fatto un giretto di due minuti intorno all’isolato, l’amico a quattro zampe sia così agitato in casa.
Nei casi più gravi, i proprietari più pigri hanno “risolto” il problema dell’uscita insegnandogli a fare i bisogni su una traversina assorbente. Non rendendosi conto che, così facendo, maltrattano il loro cane.
Impedirgli di vivere nel mondo, socializzando e giocando con i suoi simili e con le persone, esplorando e facendo nuove esperienze, ma soprattutto rafforzando e migliorando la relazione con il compagno umano, significa snaturarlo e renderlo infelice. Inoltre, ci si priva della parte più bella e appagante del rapporto con il proprio cane. La passeggiata dovrebbe essere un piacere, non un dovere, perché l’obiettivo di avere un cane è viverlo, non subirlo.
Un cane dovrebbe uscire in media tre volte al giorno dedicando parte della passeggiata ai bisogni fisiologici, ma non solo. Deve avere la possibilità di esplorare liberamente annusando ambienti e contesti il più possibile variegati (vietato fare sempre lo stesso giro, se vi annoiate voi si annoia anche lui!) scegliendo possibilmente luoghi che siano a misura di cane, come parchi e giardini. Per il cane annusare è un’attività fondamentale grazie alla quale raccoglie informazioni sul mondo che lo circonda. In un certo senso è come se stesse leggendo un quotidiano che lo informa sulle attività del quartiere. Ecco quindi che la “snasata” insistente sulle feci di un altro cane, che vi fa tanto ribrezzo, assume una connotazione tutta nuova: annusando, il vostro cane apprende i “gossip” del cane che è passato poco prima di lui, dal sesso alla salute, fino a conoscerne l’umore. Cominciate a comprendere quanto può essere dannosa una strattonata per impedirgli di mettere il naso in una pipì? E’ come se qualcuno vi strappasse il quotidiano che state leggendo dalle mani e lo stracciasse. Antipatico, non trovate?
Queste indicazioni valgono anche per i cani che hanno la fortuna di avere un giardino a disposizione. Questo “plus”, infatti, si trasforma però spesso in una prigione dorata dalla quale il cane non esce mai “perché tanto ha il giardino a disposizione”: nulla di più sbagliato. Poter uscire in giardino non sostituisce una passeggiata, perché per quanto grande e bello, non ha la ricchezza e variabilità di stimoli ed esperienze che ha il resto del mondo.
L’alternativa potrebbe essere invece investire il tempo in modo più costruttivo coltivando la relazione con il vostro cane, ritagliando, durante la passeggiata, un momento dedicato al gioco, attività che, se ben condotta, rafforza il legame e la collaborazione. Lanciare la pallina per mezz’ora non è però, al contrario di quello che molti pensano, il non plus ultra dell’attività che si può proporre al cane. Va infatti tenuto presente che l’attività fisica genera la produzione di adrenalina e una conseguente eccitazione. Tale eccitazione, difficilmente inibita dalla stanchezza che non arriva certo dopo pochi minuti di corsa, viene portata fino a casa dove può tradursi in ipermotricità e masticazione o distruzione di oggetti. Inoltre, non tutti i cani sono ugualmente amanti della pallina: provate a tirarla a un pastore maremmano. E’ bene imparare a conoscere i gusti del proprio cane e proporgli giochi in linea con le sue motivazioni. Sono certamente consigliabili i giochi basati sull’uso dell’olfatto, come ad esempio la ricerca di cibo od oggetti, che hanno effetto stimolante, appagante e rilassante.
La passeggiata dovrebbe infine prevedere la possibilità di interagire e socializzare con altri cani, sia in area cani ma, ancor meglio, in libertà (o con l’ausilio di lunghine che permettono al cane maggior libertà di espressione rispetto al guinzaglio). Gli spazi spesso angusti delle aree cani possono infatti generare attriti tra cani (e di conseguenza proprietari) che, se avessero avuto la possibilità di conoscersi in spazi adeguati e prendere quindi le giuste distanze, avrebbero al massimo scelto di ignorarsi e proseguire ognuno per la sua strada.
Qualunque sia l’attività che proporrete al vostro cane e il luogo in cui deciderete di portarlo, le parole chiave devono sempre essere rispetto e conoscenza. Imparate cosa amate e cosa vi rende felici fare insieme e… fatelo!