Eccoci al terzo appuntamento con la storia di Devis. L’abbiamo lasciato in canile, smarrito subito dopo l’abbandono, e lo ritroviamo a confrontarsi con un’impresa molto impegnativa: recuperare la fiducia nell’uomo. Simone Dalla Valle lo guiderà nel percorso che lo porterà ad aprirsi nuovamente al mondo con serenità e consapevolezza, non vedendo più le persone come una potenziale minaccia da aggredire, ma come amici da conoscere.

Il video che vi mostriamo sintetizza il lavoro svolto in circa due settimane, rispettando i tempi e gli spazi di Devis.

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Approfondimento al video a cura di Simone Dalla Valle
“Dal mio punto di vista il primo obiettivo di un percorso di educazione o di rieducazione (come quello intrapreso con Devis) dev’essere sempre il soddisfacimento dei bisogni del cane così da metterlo nelle migliori condizioni psicofisiche per apprendere quanto esperisce e gli viene insegnato. Per questo motivo, come ho spiegato nello scorso aggiornamento, ho deciso di allestire il box di Devis in modo tale da renderlo il più confortevole e familiare possibile.

Un secondo passo utile per dare sicurezza ed equilibrio al cane è quello di creare dei rituali che, ripetendosi in maniera costante, gli permettano di conoscere, e quindi prevenire, quanto sta per accadere in diversi momenti della giornata. Ecco perchè ho deciso di presentarmi a Devis più o meno negli stessi orari e salutandolo con l’espressione “Ciao Devis”, pronunciata con tono positivo. Annunciarmi a voce alta mi permette, infatti, di non sorprendere Devis, riducendo così la possibilità di spaventarlo e dandogli allo stesso tempo la possibilità di riconoscermi e valutare spontaneamente la sua reazione.

Il suo comportamento è cambiato velocemente: mentre i primi giorni preferiva scappare immediatamente nel giardinetto di sua competenza, successivamente ha scelto di uscirvi solo nei momenti in cui lo riteneva necessario preferendo invece rimanere nel box, palesando una crescente accettazione nei miei confronti. Un secondo rituale è quello della pulizia del box, facilitato dall’alto livello di igiene di Devis che ad oggi non ha mai sporcato all’interno preferendo farlo nel giardino attiguo (un ottimo segnale visto che tra i problemi descritti dalla ex proprietaria vi era anche quello delle minzioni casalinghe). Quando entro nel suo box mi sposto verso la sua branda e rimetto a posto le sue coperte, poi riempio la sua ciotola dell’acqua, controllo ed eventualmente pulisco il giardino.

Poiché Devis ha continuato a dimostrarsi molto “reattivo” nei confronti dei miei movimenti e suoni, ho pensato di introdurre l’uso del clicker per avere la possibilità di premiarlo anche quando si trova a distanza da me senza esternazioni che potessero turbarlo (come un semplice “bravo!”). Non ritengo che imporre la mia presenza, tanto meno la mia vicinanza (come invece avviene attraverso l’uso del flooding, la tecnica usata da Cesar Millan quando, tenendolo dal guinzaglio, si obbliga un cane a permanere vicino a ciò che scatena una reazione negativa) sia una strategia che lo possa aiutare a rilassarsi e, quindi, a preferire un comportamento socialmente più accettabile.

Questo è possibile lasciando al cane la possibilità di:

•scegliere come comportarsi (mettendosi eventualmente in condizioni di sicurezza finchè preferirà mordere)
•abituarsi autonomamente alla presenza dello stimolo scatenante creando delle associazioni positive con lo stesso, tali da preferire dei comportamenti alternativi a quello problematico.

Nel giro di un paio di settimane Devis ha reagito molto bene a questa strategia riducendo drasticamente la distanza a cui era disposto ad avvicinarsi, così ho pensato di introdurre nel box una seconda persona e di farle replicare i rituali con cui mi sono fatto conoscere da Devis con l’intento di aumentare le sue competenze sociali (e avere anch’io un aiuto nella gestione quotidiana, un sentito ringraziamento va quindi a Federica Fornasari di Animal’s Angels novi Onlus). Attuando questi comportamenti abbiamo ridotto drasticamente la possibilità che Devis ci vedesse come delle minacce e, conseguentemente, anche dei bersagli.

Questo mi ha permesso di aprire un canale di comunicazione grazie al quale potremmo progredire nel lavoro non perchè mi teme, ma perchè mi conosce e, di conseguenza, si fida. Devis, nonostante l’insicurezza e gli alti livelli di ansia che hanno caratterizzato la prima settimana di permanenza in canile, si è rivelato un cane vivace, curioso e interessato all’interazione! E, come potrete vedere, ci ha ripagato decidendo un giorno non solo di rimanere vicino a me, ma addirittura di annusarmi da vicino.

Questo gesto è una vittoria importante che mi ha emozionato e ha fatto sorridere. Devis non solo mi sopporta, ma da questo momento vuole sapere chi sono. Evidentemente ha intenzione di dirmi qualcosa, non solo di rispondere alle mie domande”.