della Dott.ssa Laura Muggiani, medico veterinario

Questa è la storia di Miu, una gattina di un anno circa, trovata nel 2002 in Calabria in stato di gravidanza e adottata da una collega. La gatta risulta positiva al test FIV. Partorisce tre gattini sani che risultano negativi alla FIV. A Miu vengono ripetuti nel tempo altri test, sempre positivi a FIV. La gatta vive molti anni in piena salute e finalmente si negativizza al test. Vive 14 anni in piena salute e muore per un problema cardiaco acuto.

L’immunodeficienza felina è una malattia virale causata da un retrovirus che si trasmette attraverso i morsi ed è quindi molto frequente fra i gatti maschi interi che vivono all’aperto e che lottano fra loro. Inizialmente l’infezione è spesso inapparente, talvolta causa febbre, ingrossamento dei linfonodi, inappetenza e diarrea. Segue un periodo di latenza in cui il soggetto è portatore asintomatico anche per anni, pur presentando positività al test anticorpale e talvolta un aumento delle gamma globuline. Sebbene infiammazioni croniche ed infezioni opportuniste siano comuni nei gatti malati di FIV, molti animali rimangono comunque sani per diversi anni, se non per tutta la vita. Il virus non è caratterizzato da un’elevata contagiosità, quindi la presenza di più gatti nello stesso ambiente domestico non aumenta la probabilità di contagio a condizione che non vi siano conflitti territoriali.

La trasmissione sessuale appare inusuale nel gatto, anche se lo sperma del gatto frequentemente contiene del virus infettante. La trasmissione verticale, tra mamma e cuccioli, si verifica principalmente nelle gatte che vengono infettate nelle fasi precoci della gravidanza. Malgrado un soggetto partorito da una femmina positiva sia difficilmente infetto, egli ha sicuramente assorbito tramite il colostro gli anticorpi materni contro il FIV e risulterà pertanto positivo al test. Questi soggetti non sono realmente infetti e, se rivalutati all’età di 6 mesi, risulteranno negativi. Alcuni studi fatti in America hanno dimostrato che quello della FIV è un virus con potere patogeno praticamente nullo quando il contagio avviene naturalmente. Nonostante la positività ai test FIV, è possibile per molti soggetti godere di un lungo periodo di buona salute, sino anche a non manifestare mai patologie correlate al virus. Quindi è assolutamente sbagliato pensare che un gatto positivo alla FIV sia un gatto destinato a morire precocemente. La sieropositività indica che l’organismo ha risposto ad un agente patogeno contro cui ha prodotto degli anticorpi. Questo non significa per forza che il virus ci sia ancora. Sempre secondo questi studi sembra che le malattie a cui andrà incontro nel corso della sua vita non siano necessariamente correlate alla positività al test FIV.

Infatti, contro l’opinione generale secondo cui l’infezione da FIV riduce la durata di vita dei gatti, questi studi* hanno evidenziato che la positività alla FIV non incide significativamente sui tempi di sopravvivenza dei gatti e che le diverse anomalie ematologiche e biochimiche sono comuni nei gatti anziani e malati indipendentemente dal loro stato FIV.** Questo cambia in maniera netta il punto di vista su questa infezione e sulla prognosi di vita che tante volte purtroppo è negata ai gatti FIV positivi.

Pertanto ricordiamo che:

• Un gatto positivo al test può vivere molti anni, andando incontro a malattie che si verificherebbero comunque se anche fosse negativo; • Un gatto positivo al test può convivere tranquillamente in casa con altri gatti, sempre che ci sia armonia fra i soggetti.

Tanti sono i gatti visti in questi anni positivi al test che hanno vissuto una vita praticamente normale. Le malattie a cui sono andati incontro non sono quindi per forza legate al loro stato di FIV.