L’obbligo del microchip viene imposto per legge come metodo di lotta al randagismo e per identificare i cani presenti sul territorio, nonché come strumento utile in caso di perdita dell’animale. In Italia la Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, L.281\91, ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe canina regionale, sia esso di proprietà privata sia “randagio”, imponendo l’introduzione sottocutanea di un microchip da parte del medico veterinario, operazione assolutamente rapida, indolore che non comporta anestesia.

La legge nazionale suindicata è stata recepita da ogni Regione mediante propria normativa che prevede l’obbligo, in capo al proprietario o detentore, di registrazione del quattro zampe all’anagrafe canina regionale così come quello di comunicare l’eventuale cessione o decesso. Ma non solo, sussistono anche ulteriori disposizioni in caso di passaggio da una regione all’altra, prevedendo che il proprietario del cane debba necessariamente contattare l’anagrafe regionale di competenza per l’iscrizione, incorrendo in una sanzione in caso di violazione.

La Legge della Regione Lombardia, per esempio, prevede che il proprietario, il possessore o il detentore, anche temporaneo di un cane, compreso chi ne fa commercio, è tenuto a iscriverlo all’anagrafe regionale degli animali d’affezione, entro quindici giorni dall’inizio del possesso o entro trenta giorni dalla nascita e comunque prima della sua cessione a qualunque ti tolo. Ancora, viene previsto che il proprietario, il possessore o il detentore di un cane è tenuto a denunciare all’anagrafe degli animali d’affezione entro quindici giorni qualsiasi cambiamento anagrafi co, quali cessione, decesso o cambio di residenza ed entro sette giorni la scomparsa per furto o per smarrimento. In caso di violazione viene applicata una sanzione da euro 25 a euro 150.

Ogni regione prevede pertanto termini e modalità per l’applicazione del microchip, con tanto di regolamenti comunali per la tutela e il benessere degli animali che possono provvedere in tal senso. Il consiglio pratico per sapere come comportarsi in questa corposa normativa? Contattare il Servizio Sanitario dipartimento veterinario del proprio territorio e chiedere informazioni preventive su come procedere per rispettare le regole dell’anagrafe canina.

Sembra di poca importanza ma il microchip è davvero essenziale per l’identificazione del nostro cane: per fare un esempio molto vicino a noi, è bene sapere che, in occasione delle operazioni di salvataggio e recupero degli animali smarriti nelle zone colpite dagli ultimi terremoti, molti cani sono stati identificati grazie alla lettura del microchip, potendo in tal modo ricongiungersi al proprio compagno “bipede” ed evitare di finire in una struttura canile, in attesa di essere reclamato o adottato da una terza persona.

Certamente, oltre che l’inserimento del microchip imposto per legge e anche obbligatorio se vogliamo recarci all’estero con il nostro cane, è utile e pratico dotare il nostro fedele amico con tanto di targhetta legata al collare nella quale riportare il nome del quattro zampe e dei numeri di telefono reperibili ed aggiornati: la lettura del microchip, infatti, non è immediata in quanto il dispositivo di lettura è posseduto soltanto dalla competente Autorità e dal veterinario.

Un’altra domanda che può sorgere spontanea è come comportarci quando ci troviamo davanti a un cane presumibilmente smarrito. Il primo consiglio è di contattare immediatamente la polizia locale per sapere se qualcuno abbia segnalato la perdita di un cane con determinate caratteristiche e per provvedere alla lettura del microchip mediante specifico lettore. Inoltre è consigliabile contattare subito i canili della zona, in quanto un cane ritrovato viene portato al canile sanitario per verificare se è dotato di microchip e per gli adempimenti sanitari: potrebbe quindi verificarsi che il relativo proprietario lo abbia già reclamato. Se invece, l’avvistamento di un cane vagante si verifica in autostrada o, comunque, al di fuori di un contesto urbano, risulta doveroso ed opportuno contattare la polizia stradale, al fine di segnalare la zona interessata e chiederne un intervento.

E per i mici come funziona?

Nel nostro Paese, per quanto riguarda i gatti di “proprietà” privata non vi è l’obbligo di inserimento del microchip, salvo il caso in cui decidiamo di portare con noi all’estero il nostro micio. E’ bene comunque sapere che l’anagrafe felina esiste ed è gestita dal Ministero della Salute: sul sito www.anagrafenazionalefelina.it , il servizio è attivato “volontariamente” dal proprietario e ha la finalità di favorire il controllo dei mici presenti sul territorio, contrastare l’abbandono e rendere più semplice il ritrovamento in caso di perdita. Per quanto riguarda le colonie feline che, ricordiamo, sono tutelate per legge, è ormai prassi, identificare i mici liberi al fine di “censire” la colonia e tenere sotto controllo il numero della popolazione felina presente in Italia.