Di nuovo sotto attacco, i mufloni dell’Isola del Giglio sono in pericolo: la Regione Toscana, con Delibera di Giunta n. 813 del 18/07/2022, ha approvato il “Piano di prelievo del muflone 2022-2023”, dando il via libera agli abbattimenti nell’area dell’isola non rientrante nel Parco dell’Arcipelago Toscano.

Nel mirino dei cacciatori di selezione, autorizzati a sparare dal 1° ottobre 2022 al 15 marzo 2023, anche “femmine adulte, sottili (tra i 12 e i 24 mesi) e piccoli (di entrambi i sessi)”, come si legge testualmente nella delibera.

La strage, che quindi non risparmierà neanche femmine gravide e con piccoli al seguito, è ufficialmente iniziata il 1° ottobre, giorno in cui l’isola è stata presidiata da gruppi di attivisti provenienti da tutta Italia che si stanno avvicendando per documentare e monitorare quanto sta accadendo, nella speranza di poter salvaguardare la vita degli ultimi mufloni rimasti sull’isola, che si stima siano circa una quarantina di esemplari.

A essere contrari a un massacro inaccettabile non sono solo gli attivisti giunti sul posto sostenuti da studiosi ed esperti del settore e da diverse associazioni come l’OIPA, ma c’è anche la maggioranza degli isolani, gli amanti dell’isola e gli stessi agricoltori, che riuniti nel comitato “Save Giglio”, smentiscono l’esistenza dei danni alle colture da parte dei mufloni, come invece si vorrebbe far credere per giustificare la mattanza.

L’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano ha deciso di eradicare questa specie animale perché considerata “aliena e invasiva”, ignorando tuttavia un’importante scoperta scientifica pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Diversity, che ha rivelato che i mufloni del Giglio custodiscono un DNA ancestrale ormai perso nella popolazione sorgente sarda, rendendoli ad alta priorità di conservazione.

Introdotto nell’isola negli anni ’50, tramite un progetto di conservazione per salvare la specie dall’estinzione e consentire il ripopolamento di riserve e parchi in tutta Italia, il Muflone del Giglio è rimasto geneticamente puro vista l’assenza sull’isola di greggi di pecore che, invece, popolano abbondantemente la Sardegna, la Corsica e Cipro, unici paesi in cui tale specie è protetta.

I Mufloni del Giglio, dunque, sono gli ultimi del loro genere e abbatterli significa perdere una grande ricchezza in termini di biodiversità.

L’Ente Parco asserisce che per l’ISPRA lo studio pubblicato su Diversity “non ha introdotto elementi tali da modificare le valutazioni già espresse e come sempre l’Ente Parco si atterrà alle indicazioni di ISPRA”, la quale a sua volta sostiene che la popolazione presente sull’isola è di origine alloctona, quindi il controllo e l’eradicazione di questa specie di ungulato sono necessari per tutelare la biodiversità e gli equilibri ecologici dell’isola.

Dopo le proteste dei cittadini e delle associazioni, l’Ente Parco aveva accettato di sospendere gli abbattimenti procedendo alla cattura degli animali per il loro trasferimento e sterilizzazione fuori dall’isola, ma ora, dopo  l’approvazione della Delibera della Giunta della Regione Toscana, si torna di indietro e si imbracciano i fucili per eliminare gli ultimi esemplari rimasti.

Chiediamo allora con forza alla Regione Toscana e all’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano di sospendere immediatamente le uccisioni dei Mufloni del Giglio.

In piena crisi ambientale e di fronte a soluzioni alternative valide e non cruente, non è pensabile che, ancora oggi, si ricorra alle armi e a una carneficina che non risparmierà nemmeno le femmine gravide e i piccoli.  Una politica lungimirante, anche nell’interesse economico dell’isola, dovrebbe fare il possibile per individuare degli strumenti capaci di tutelare la vita di altre specie viventi nell’ottica di una convivenza pacifica con la nostra specie.

Chi desiderasse unirsi al gruppo di attivisti che dal 1° ottobre sta presidiando e vigilando l’isola a salvaguardia dei mufloni, può scrivere alla seguente email: rigarestorto@gmail.com

Fermate gli abbattimenti dei mufloni del Giglio

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