Anche quest’anno, con l’avvicinarsi del periodo pasquale, ci troviamo nuovamente ad affrontare la cruenta uccisione degli agnelli. Se la Pasqua è nata come tradizione volta a diffondere un sentimento di pace e di rinascita e rappresentata dalla purezza e dalla bellezza di un candido agnellino, non possiamo renderci complici della sua stessa morte e rimanere sordi al grido di dolore di quando precocemente viene strappato dalle cure della mamma.

Ad oggi sono ancora centinaia di migliaia gli agnelli a cui viene negata la possibilità di vivere e che vengono allontanati anzitempo dalle proprie madri, già dolorosamente segnate dalla permanenza in allevamenti intensivi, quando ancora hanno bisogno del loro calore e della loro protezione. A poche settimane di vita, circa 30/40 giorni, i cuccioli vengono prelevati per essere barbaramente e crudelmente uccisi nei mattatoi e soltanto per una consuetudine del tutto ingiustificata. Luoghi di dolore, supplizio, paura e smarrimento dove questi piccoli vanno incontro alla morte tra belati strazianti e sofferenze, senza che nessuno abbia la più minima pietà e rispetto della loro dignità e soprattutto della loro vita.

Gli agnelli prossimi alla morte sono radunati e rinchiusi per ore in spazi angusti e limitati, in condizioni igienico-sanitarie pessime e in stato di ipotermia. I loro occhi sono pieni di terrore, urinano in continuazione per la paura, scalpitano spaventati fino a ferirsi, senza che nessuno ascolterà mai il loro straziante grido d’aiuto.

La realtà all’interno dei macelli è fatta di barbarie praticate il più delle volte anche in maniera irregolare. Si assiste quindi ad abusi, violenze, maltrattamenti, sofferenze gratuite e totalmente non necessarie. La realtà è che non esiste alcuna pratica accettabile, perché inaccettabile è togliere la vita a qualsiasi essere vivente.

Gli agnelli vengono caricati e scaricati con violenza, sbattuti e trascinati, lanciati e presi a calci, strattonati, presi per il collo e ammassati gli uni sugli altri. Sono poi sottoposti all’ illegale pratica della pesatura, dove vengono legati, issati e pesati a gruppi come fossero oggetti inanimati, per poi essere uccisi senza neanche essere storditi e, se lo sono, non sempre arrivano alla morte incoscienti e il dolore provato è vivo e pulsante. I piccoli sentono rantolare, gemere e morire i loro simili, sgozzati uno davanti all’altro. Gli agnelli trucidati vengono buttati addosso a quelli ancora in vita a prova del fatto che la loro breve esistenza e morte non hanno nessun significato; spesso le zampe vengono addirittura incise per permettere l’inserimento di una pistola a compressione che soffiando aria separa la pelle dai muscoli.

Tutto questo è orribile e inaccettabile, vero?

Allora affrontiamo la realtà e invece di far finta di non sapere, portiamo avanti finalmente un cambiamento radicale nel nostro modo di vivere anche attraverso il nostro modo di mangiare. Portiamo avanti uno stile di vita vegetariano/vegano che salvaguardi, difenda e protegga i nostri animali, tutti nessuno escluso, e ridoni loro quella dignità e quel diritto alla vita troppe volte negato.

Iniziamo da lui, A PASQUA NON MANGIARLO!