“Giustizia per l’orsa Amarena!”: è lo slogan che più volte è stato gridato a gran voce dai volontari dell’OIPA di Roma che, lo scorso 8 settembre, sono scesi in piazza partecipando al sit-in di protesta organizzato insieme ad altre associazioni di fronte al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

L’uccisione dell’orsa Amarena, una mamma orsa i cui cuccioli sono rimasti orfani a causa della crudeltà umana, è un tragico episodio che mai avremmo voluto sentire e mai avremmo immaginato. L’orsa era uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un parco che si è sempre distinto nella gestione degli orsi marsicani, attuando dei programmi di prevenzione atti a preservare la convivenza tra l’uomo e questi splendidi animali selvatici.
Uccisa a fucilate alla periferia di San Benedetto dei Marsi (AQ), è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui cui si concede pure il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici.

È bene, ricordare, infatti, che a livello nazionale si sta cercando di deregolamentare la caccia nei confronti di specie protette anche a livello europeo, cercando l’appoggio della stessa Ue. Lupi e orsi sono tornati sotto il mirino, e come accaduto in anni passati, sono nuovamente oggetto di una propaganda malata, il cui unico scopo è incutere paura e favorire quelle frange elettorali e lobby venatorie che assicurano la “poltrona”.

Scopo del sit-in era non solo protestare contro l’uccisione di un animale innocente, ma ribadire la necessità di rafforzare la protezione della fauna selvatica in Italia e in Europa.

L’OIPA ha chiesto di inasprire le pene per i reati contro gli animali e di prendere una posizione contro l’emendamento “Far west” che danneggia tutta la fauna selvatica.
Una richiesta sollevata anche durante l’incontro con il vice capo gabinetto del Ministero dell’Ambiente, il generale dei carabinieri Massimiliano Conti, che durante il sit-in ha ricevuto Arianna Fioravanti, Responsabile rapporti istituzionali dell’OIPA, insieme ad Animal Aid e Silvia Perin, rappresentante di Earth Roma e legale di Alleanza Animalista.

Un incontro durante il quale i rappresentati delle associazioni, hanno chiesto al vice capo di gabinetto una posizione ufficiale contro l’emendamento “Far west”, che rappresenta una minaccia per l’intera fauna selvatica.
In particolare, è stato sottolineato l’aspetto culturale della questione, chiedendo al generale Conti se una norma che consente l’uccisione degli animali possa portare ogni cittadino a prendere un fucile e sparare a qualsiasi animale.
Il generale ha risposto che, fino a prova contraria, la norma attuale è conforme alla legislazione vigente, rimarcando inoltre che sparare in un centro urbano è chiaramente vietato. Ha inoltre sottolineato la necessità di considerare le difficoltà legate alla sicurezza percepita in alcune aree del Paese, come ad esempio nella provincia di Trento a causa della presenza degli orsi.

Tuttavia, il vice capo gabinetto ha riconosciuto che la convivenza forzata tra orsi e cittadini non ha portato a una simbiosi fin dall’inizio, a differenza della situazione dell’orso marsicano, che si è naturalizzato perfettamente.
Sebbene le procedure normative siano state correttamente applicate, secondo il vice capo gabinetto è possibile apportare miglioramenti dal punto di vista del comportamento umano. In questo contesto, ha evidenziato gli effetti negativi del boom del turismo estivo e del cattivo comportamento degli albergatori che alimentano gli orsi con la promessa di farli vedere in cambio di una gita pagata 50 euro.