A chi interessano i randagi? A nessuno a quanto pare, se non ai quei pochi volontari che li sfamano senza curarsi del proprio portafoglio e che pur di vederli in salute fanno di tutto, arrivando anche ad appostarsi per ore per recuperarli e condurli dal veterinario.
Sulla questione randagismo l’Italia è quasi spaccata in due, perché se nel nord Italia a dilagare è soprattutto il randagismo felino, nel centro e sud del nostro paese il fenomeno interessa anche i cani, un fenomeno che assume delle proporzioni drammatiche soprattutto in determinati contesti, dove la latitanza delle istituzioni incide enormemente su una vera e propria piaga sanitaria che nessuno si degna di considerare se non quando “ci scappa il morto”.

Chi si rimbocca le maniche e sul territorio vive i problemi quotidiani, assistendo a morti che si potevano evitare, incidenti e tante volte anche soprusi sui più indifesi, non può certo stare a guardare né tanto meno aspettare i tempi della burocrazia.
Se non si interviene per tempo, le cucciolate arrivano, così come gli abbandoni, ecco perché in determinati territori gli Angeli blu si sono attrezzati e stanno intervenendo autonomamente nei limiti delle loro possibilità.

Per evitare che tre randagie che vagano nel territorio di Guglionesi, in provincia di Campobasso, continuassero a riprodursi senza sosta, i volontari dell’OIPA di Termoli si sono organizzati per il loro recupero posizionando una gabbia trappola.
Dopo diversi tentativi, sono riusciti a recuperare una di loro, conducendola in clinica per la sterilizzazione. Senza saperlo sono arrivati appena in tempo, perché la cagna è risultata affetta anche da una piometra che se non fosse stata operata d’urgenza, sarebbe sfociata in peritonite in meno di una settimana.
Sottoposta ad antibiotico e antidolorifico, la cagna, battezzata Liberty, è stata poi reintrodotta nel suo territorio abituale, dove sarà monitorata a distanza dai volontari, ora di nuovo alle prese con la cattura delle altre due femmine.

Un lavoro incredibile quello dei volontari dell’OIPA, che costa tempo e danaro e che, sostituendosi al compito che dovrebbero svolgere le istituzioni, andrebbe premiato e riconosciuto.
Se pensiamo che il costo per la sterilizzazione di un cane a seconda della taglia varia all’incirca dai 150 ai 300 euro, quello di un gatto dagli 80 ai 120/130 euro circa, e che a questi vanno aggiunti quelli relativi alle analisi che si fanno prima dell’intervento, immaginate quanto il loro operato contribuisca a sgravare le casse pubbliche.

 

COME AIUTARE L’OIPA DI TERMOLI (CB)

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