Si è sempre più consapevoli delle sofferenze e delle condizioni inumane in cui sono costretti a vivere milioni di animali all’interno degli allevamenti e che vengono poi trasportati vivi su navi, camion, aerei per giorni, settimane e addirittura mesi. Questi animali giunti a destinazione, trovano infine una morte terribile nei macelli.
Una vita di sofferenza e dolore visibile già ad un loro sguardo, perché basta vedere i loro occhi pieni di profonda tristezza e di disperata ricerca di aiuto per essere consapevoli delle atrocità subite in una vita per loro così breve e ingiusta.
Anche quest’anno, attraverso questa giornata di mobilitazione internazionale, vogliamo dare loro voce e dire BASTA!
Oggi 14 giugno è la Giornata Internazionale contro l’Esportazione di Animali Vivi.
È previsto un Twitterstorm internazionale per sensibilizzare sul tema delle esportazioni di animali vivi e del trasporto a lunga distanza. Ci uniremo tutti attraverso la condivisione di post e contenuti con l’hashtag comune #BanLiveExports. Potremmo accendere i riflettori su questa orribile industria e far accrescere la consapevolezza di quante sempre più persone decidono di schierarsi dalla parte degli animali e chiedono che tutto ciò venga fermato.
Quest’anno si potrà firmare anche una petizione rivolta alla Commissione Europea in cui richiediamo una revisione del regolamento sui trasporti e un’azione immediata per affrontare gli aspetti più critici relativi al benessere animale.
La data del 14 giugno è stata scelta per non dimenticare la tragedia avvenuta nel 2015 quando, in questo stesso giorno, morirono 13.000 pecore durante un viaggio per loro terribile. Le pecore erano state caricate sulla nave cargo Trust1 in Romania; inizialmente furono portate in Giordania, dove, stando a quanto è stato riferito, oltre 5.000 pecore erano morte per disidratazione, fame e sfinimento. Alla fine la Trust1 salpò di nuovo, tentando, senza successo, di attraccare in numerosi porti nelle due settimane successive. Quando, il 14 giugno, la Trust1 approdò in Somalia, tutte le 13.000 pecore erano ormai morte.
Purtroppo da quella data, i trasporti di animali vivi sono continuati senza sosta e senza mai soffermarsi e riflettere sul dolore e sulla sofferenza degli animali.
Ed è stato proprio quest’anno che altri animali hanno trovato la morte: oltre 2.500 vitelli uccisi a seguito del disastro delle navi Karim Allah ed Elbeik, in cui questi bovini sono rimasti intrappolati per più di 2 mesi in mare, così come per le centinaia di migliaia di animali che hanno sofferto durante il blocco del Canale di Suez e per quegli animali che probabilmente stanno ora soffrendo per il blocco al porto di Yantan.
In Italia si è creata una coalizione italiana di associazioni contro il trasporto di animali vivi, che oltre all’OIPA include anche Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law, Animalisti Italiani, CIWF, ENPA, LAC e LAV.
Ricordiamoci che l’esportazione di animali vivi è incompatibile con il principio di base del Trattato europeo di Lisbona, che all’art. 13 prevede che gli animali siano considerati “esseri senzienti”.
Partecipa al Twitterstorm e firma la petizione.