Comunicato stampa
19 marzo 2024
COLOMBE CON I NASTRI LEGATI ALLE ZAMPE PER LA CELEBRAZIONE DI PASQUA. LA DENUNCIA DELL’OIPA
Accade a Modica la domenica di Pasqua. Le colombe restano spesso impigliate per andare incontro talvolta a una tragica fine
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiede al Comune di Modica (RG) e al parroco della chiesa di Santa Maria di Betlem, Antonio Maria Forgione, che quest’anno non si liberino le tradizionali colombe bianche con nastri legati alle zampe, in occasione della celebrazione della Madonna Vasa Vasa prevista per la domenica di Pasqua.
La sezione ragusana dell’associazione ha inviato nei giorni scorsi una richiesta formale al sindaco della cittadina, Maria Monisteri Caschetto, la cui risposta non ha escluso l’uso delle colombe con i relativi nastri.
«I nastri legati alle zampe mettono a repentaglio la vita delle colombe che volano appesantite e finiscono per impigliarsi, o vagano per il paese, spaventate e frastornate», spiega afferma Riccardo Zingaro, delegato dell’Oipa di Ragusa e provincia. «Sono colombe allevate in cattività che spesso abbiamo dovuto soccorrere: sì alle tradizioni, ma nel rispetto degli animali. Chi sostiene che le colombe, di proprietà di un’allevatrice, non subiscono alcun maltrattamento e che dopo la festa tornano alla colombaia, si sbaglia purtroppo».
Da parte sua, l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale di Oipa Italia, ha inviato un’istanza formale al sindaco Monisteri Caschetto affinché si eviti il lancio delle colombe. La legale valuterà anche se mettere in campo ulteriori azioni poiché anche le manifestazioni tradizionali religiose non possono contrastare con il benessere psicofisico degli animali, tutelati anche dall’articolo 9 della Costituzione.
A nulla sono valse, negli anni scorsi, le proteste degli amanti degli animali che, insieme all’Oipa, lo scorso anno firmavano una lettera aperta che così terminava: “Vorrei che a Modica, per quest’anno e per tutti quelli a venire, avessimo pietà di quelle colombe, rispettassimo le loro vite di esseri senzienti, risparmiassimo loro la sofferenza gratuita di una lenta agonia e, quanto meno, ne avessimo compassione per il valore del simbolo che nell’intero mondo che si dice cristiano esse rappresentano”.
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