Non possono che stridere le parole del sindaco di Sangineto (CS), Michele Guardia, che nel commentare la disumana e sadica uccisione di un cane randagio ad opera di quattro ragazzi nelle campagne del paese, pone l’attenzione “sull’incredulità per quanto accaduto” e sul “ravvedimento e recupero di questi giovani”, piuttosto che sul prendere una posizione forte a nome del Comune per accertarsi che la pena che verrà comminata sia la massima prevista per il reato di uccisione di animale.
L’OIPA, oltre a procedere con una pre-costituzione di parte civile in attesa dell’inizio del procedimento penale a seguito della denuncia sporta dai carabinieri di Sangineto (CS), ha predisposto una formale lettera di richiesta al Comune di Sangineto affinché si costituisca anch’esso parte civile e prenda in seria considerazione il legame, già ampiamente provato da diversi studi scientifici, tra violenza nei confronti degli animali e violenza verso le persone.
Il caso in questione presenta infatti una serie di aggravanti che non permettono di liquidare il tutto sperando nel ravvedimento dei colpevoli. L’uccisione è avvenuta con particolare crudeltà e sadismo, verso un essere vivente indifeso e ad opera di ragazzi giovani che hanno mostrato estremo orgoglio del loro atto tanto da pubblicarlo online, a dimostrazione che non vi era nessun pentimento né percezione del male causato né al cane né alla comunità intera.
L’OIPA e molte altre associazioni di protezione animali nazionali e locali hanno dato il via ad un massiccio movimento di protesta che prevederà, oltre a diverse iniziative online, una giornata di manifestazione locale che darà voce allo sdegno a al dolore di tutti coloro che non solo hanno a cuore i diritti degli animali, ma che chiedono una pena esemplare per la tortura e morte di Angelo, così ribattezzato, e lo sfregio subìto dalla sensibilità pubblica.
PROCESSO ANGELO: DISPOSITIVO DEL GIUDICE PENALE DI PAOLA (CS). L’OIPA “PRECEDENTE IMPORTANTE PER REPRESSIONE REATI CONTRO ANIMALI, IL PROSSIMO PASSO E’ INASPRIMENTO E CERTEZZA DELLA PENA” – OIPA ITALIA
Dopo quasi un anno dalla barbara tortura e uccisione del cane Angelo a Sangineto (CS), è finalmente arrivata la sentenza che tutta Italia ha reclamato a gran voce. Condanna alla pena detentiva di 16 mesi di reclusione (pena scontata come prevede il rito abbreviato), con sospensione condizionale della pena, nonché l’applicazione della misura dei lavori socialmente utili che i condannati dovranno effettuare presso un canile della zona, più il risarcimento del danno, in favore di ogni Associazione costituita come parte civile, pari a euro 2.000 per ciascuna e il rimborso delle spese legali. Tale pena, determinata sulla base di quanto attualmente l’ordinamento giuridico prevede, non restituirà la vita ad Angelo, ma rappresenta un precedente importante per la giurisprudenza in tema di reati contro gli animali in quanto ha riconosciuto sia la gravità del fatto commesso, sia il turbamento arrecato in tutti coloro che hanno assistito impotenti alla diffusione online degli ultimi momenti di vita di Angelo.
L’OIPA, che fin dalle prime ore si è attivata sporgendo denuncia e chiedendo al Comune di Sangineto di prendere una posizione forte contro i quattro imputati, plaude il risultato che si poteva ottenere con la normativa vigente, sottolineando tuttavia l’importanza di intervenire affinché le pene nel caso di maltrattamenti e uccisione di animali siano non solo certe, ma anche realmente commisurate alla gravità dell’atto commesso. La vita di un cane non vale la pena di 16 mesi di reclusione!
UNITI PER ANGELO: GLI ANGELI BLU DELL’OIPA DI COSENZA IN CORTEO A SANGINETO PER CHIEDERE GIUSTIZIA
Art. 544-bis del Codice penale. “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”. C’è una legge che punisce per il reato di uccisione di animali e come tale va applicata.
Questo chiedevano ieri pomeriggio centinaia di cittadini provenienti da tutta la Calabria che si sono uniti al corteo organizzato da tutte le associazioni animaliste calabresi, tra cui l’OIPA, per stigmatizzare il gravissimo episodio di violenza culminato con la tortura e l’uccisione di un cane randagio cui è stato attribuito il nome di Angelo.
Una folla di persone ha sfilato pacificamente per i vicoli di Sangineto (CS) al grido di “Giustizia per Angelo”, per esprimere lo sdegno e la rabbia nei confronti di un atto lesivo della dignità della vita di un essere senziente che non aveva alcuna colpa per meritare le atrocità che gli sono state inflitte.
Anche il sindaco di Sangineto si è espresso, presenziando per tutta la durata della manifestazione e dichiarando che il comune si costituirà parte civile nel procedimento penale. Non solo in Calabria, ma tutta l’Italia si è unita per ricordare Angelo, un randagio tranquillo e fiducioso, che fino all’ultimo ha scodinzolato ai suoi aguzzini.