“Siamo tutti cuori liberi”: un coro di più di 10.000 persone ha gridato all’unisono sabato 7 ottobre tra le strade di Milano al corteo nazionale di protesta promosso in seguito all’assassinio dei 9 maiali del rifugio “Cuori Liberi” di Sairano, in provincia di Pavia. Una manifestazione partecipata, a cui hanno aderito tantissime persone giunte da tutta Italia e anche dall’estero per mostrare la propria vicinanza agli attivisti del progetto e protestare contro un massacro agghiacciante, che ha freddato l’animo e il cuore di tutti coloro che hanno assistito ai video diffusi sui social network.
Anche l’OIPA era presente alla manifestazione per esprimere la propria indignazione verso quello che è stato un vero e proprio assassinio nei confronti di esseri senzienti accolti in un luogo che dovrebbe essere considerato intoccabile proprio in quanto nato per proteggerli. Animali che avevano già patito a lungo le sofferenze indicibili degli allevamenti intensivi e che hanno trovato la morte in un santuario deputato alla loro pace.
La mobilitazione è partita dalla sede della Regione, uno dei responsabili della strage insieme ad ATS Lombardia. Questi, anziché sedersi a un tavolo di confronto e ascoltare le richieste delle associazioni, hanno voluto una strage violenta e spietata, arrivando a presidiare il rifugio Cuori Liberi con una massiccia presenza di forze dell’ordine.
Un’azione di forza lesiva anche dei diritti più elementari. Si poteva procedere in modo scientifico, oltre che etico, così come aveva proposto l’OIPA insieme ad altre associazioni, studiando l’evoluzione del virus, ma quello che si è voluto far prevelare è stata solo la violenza.
In ricordo di Crosta, Crusca, Pumba, Dorothy, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina e Spino, perché non ci sia mai più un 20 settembre, la mobilitazione della rete dei santuari e delle associazioni che li supportano proseguirà fino a quando non si otterranno dei riconoscimenti differenti per gli animali dei rifugi.