6 anni di catene si augurano solo ai criminali, a quelli veri però, che in catene dovrebbero passare tutta la vita e forse non basterebbe neanche quella per espiare i loro peccati mortali.
6 anni di lavori forzati con le catene al piede se li meritano solo i criminali veri, che ancora meglio degli illusionisti, si mascherano per sedurre se stessi convincendosi di non esserlo per abbagliare chi non ha ancora capito di avere di fronte dei veri e propri prestigiatori, capaci di giocare tutte le loro carte per truffare i pochi onesti sopravvissuti sul nostro pianeta.
Solitamente i più deboli, quelli con cui puoi giocare anche a carte false, tanto non possono difendersi. Perché chi non ha soldi per pagare avvocati o, più semplicemente, non ha voce, come tutti gli animali, non può mai difendersi.
E allora se non puoi rispondere ai colpi inflitti ti arrendi, non puoi fare altro, proprio come è successo ad Ulisse, il gigante buono vissuto miseramente a catena per 6 lunghissimi anni e abbandonato a languire nel suo immenso dolore quasi fino alla morte. Tanto non era funzionale al suo lavoro, quindi meglio farlo crepare. Solo, senza cure, “tanto è sempre e soltanto un cane”.
Mite e dolcissimo, Ulisse aveva un grave problema alla vescica, recuperato e curato dai volontari dell’OIPA di Pisa ha poi trovato grazie al loro supporto una meravigliosa famiglia a Bologna che l’ha accolto come un figlio, senza “se e senza ma”.